MOZZARELLE BLU

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Mozzarella blu non è tossica. Ad escluderlo, secondo quanto ha fatto sapere il procuratore di Trento che si è occupato della vicenda, le analisi effettuate su alcuni campioni. Certamente si tratta di un latticino non commestibile, vista la colorazione, dovuta, è emerso, da un batterio presente nell'acqua di refrigerazione.

    Nota Personale

    Qui Si scherza come al solito con la salute delle persone per l'interesse personale, Forse dipende dal battero se può essere tossico???

    Le tossine sono sotanze prodotte da alcuni batteri e sono in grado di risultare dannose anche in piccolissime quantita’.Se non ci fosse pericolo come mai sono stati inviati degli ispettori in Germania?sottoposte a sequestro su tutto il territorio nazionale: "LAND" (vendute da Eurospin), "LOVILIO" (vendute da LIDL) e "MALGA PARADISO" (vendute da MD discount), tutte prodotte in Germania dalla ditta MILCHWERK JAGER GMBH & Co

    In collaborazione con degli amici e collegi abbiamo fatto delle ricerche, e con sorpresa( facciamo la parte degli scemi ... hooooo possibile?) abbiamo riscontrato questo:
    Giancarlo Luzzi Sono stato all'ufficio igiene di Bari. Mi hanno tenuto 30 mintuti e mentre parlavo prendevano appunti. Dossier latte, Pantellini e Gerson. Applicheranno a loro stessi le diete appena citate.
    Non hanno dubbi! Si tratta di Pseudomonas. L'unico batterio che si colora di blue appena lo mettono sul vetrino. Altro che non sono pericolose!!! Se le mangiassero loro!

    VI PRESENTO IL VIRUS Pseudomonas

    Epidemiologia

    Gli Pseudomonas sono ubiquitari e preferiscono gli ambienti umidi. Nell'uomo la specie più comune è lo P. aeruginosa. Altre specie che talora possono provocare infezioni umane sono le seguenti: P. paucimobilis, P. putida, P. fluorescens e P. acidovorans. Lo P. aeruginosa si può ritrovare occasionalmente nelle regioni ascellare e anogenitale di una cute normale ma solo di rado nelle feci, a meno che non sia stata somministrata una terapia antibiotica. Il microrganismo è spesso un contaminante di lesioni popolate da microrganismi più virulenti, ma talvolta provoca infezione in tessuti esposti all'ambiente esterno. Le infezioni da Pseudomonas di solito si verificano negli ospedali, dove i microrganismi si ritrovano di frequente nei lavandini, nelle soluzioni antisettiche e nei recipienti per urine. Si può verificare la trasmissione ai pazienti da parte del personale sanitario sano, soprattutto nel caso degli ustionati e nei reparti di terapia intensiva neonatale. Altre specie, precedentemente classificate come Pseudomonas, sono importanti patogeni nosocomiali, quali la Burkholderia cepacia e lo Stenotrophomonas maltophilia.

    La maggior parte delle infezioni provocate dallo P. aeruginosa si verifica in pazienti ospedalizzati debilitati o immunocompromessi. Lo P. aeruginosa è la seconda causa più frequente di infezioni nei reparti di terapia intensiva e una frequente causa di polmoniti associate ai ventilatori. Oltre ad acquisire infezioni in ambito ospedaliero, i pazienti con infezione da HIV sono a rischio di acquisire in comunità infezioni da P. aeruginosa e spesso, quando contraggono l'infezione, presentano segni di infezione da HIV avanzata.

    Le infezioni da Pseudomonas possono presentarsi in molte sedi anatomiche come cute, tessuti sottocutanei, ossa, orecchie, occhi, tratto urinario e valvole cardiache. La sede varia a seconda della porta d'ingresso e della vulnerabilità del paziente. Negli ustionati la regione al di sotto dell'escara si può infiltrare in modo abbondante con i microrganismi e servire da focolaio per una successiva batteriemia, rappresentando una complicanza delle ustioni spesso letale. Una batteriemia senza un focolaio urinario evidenziabile, soprattutto se dovuta a specie di Pseudomonas diverse dallo P. aeruginosa, deve far pensare alla possibilità di un'avvenuta contaminazione EV dei liquidi, dei farmaci o degli antisettici usati per l'applicazione di cateteri EV. Nei pazienti con infezione da HIV, lo Pseudomonas determina più frequentemente polmonite o sinusite.



    Sintomi e segni

    Il quadro clinico dipende dalla sede interessata. Nei pazienti ricoverati in ospedale si può verificare un'infezione polmonare associata a intubazione endotracheale, tracheotomia o trattamento RPPI quando lo Pseudomonas si sia unito ad altri bacilli gram - a colonizzare l'orofaringe. La bronchite da Pseudomonas è frequente nel decorso tardivo della fibrosi cistica (v. Cap. 267); i germi isolati presentano una caratteristica morfologia mucoide delle colonie.

    L'isolamento dello Pseudomonas nel sangue è frequente nelle ustioni e nei pazienti con tumori maligni. La presentazione clinica è quella di una sepsi da gram -, talvolta con l'aggiunta di ecthyma gangrenosum, caratterizzato da aree nero-violacee, di circa 1 cm di diametro, con centro ulcerato ed eritema circostante che generalmente si rinviene nelle zone ascellari o anogenitali.

    Lo Pseudomonas è causa frequente di IVU, specialmente in pazienti sottoposti a manipolazioni urologiche, affetti da uropatie ostruttive (v. anche Cap. 227) o che abbiano ricevuto antibiotici ad ampio spettro. La forma più frequente di infezione auricolare dovuta allo Pseudomonas è l'otite esterna con secrezione purulenta che si riscontra spesso nei climi tropicali. Una forma più grave, chiamata otite esterna maligna, può svilupparsi nei diabetici; si manifesta con un dolore acuto all'orecchio, spesso con paralisi unilaterale del nervo cranico e richiede una terapia parenterale (v. anche Cap. 83). Un interessamento dell'occhio da parte dello Pseudomonas spesso si presenta come un'ulcerazione corneale conseguente a traumi, ma in alcuni casi la contaminazione si ha anche a partire da lenti a contatto o dai liquidi utilizzati per il loro uso (v. Cap. 96). Il microrganismo può essere rinvenuto in fistole secernenti, specie dopo traumi o ferite da punta profonde ai piedi. Il liquido di drenaggio spesso ha un dolce odore di frutta. Molte di queste ferite da punta esitano in cellulite e osteomielite da P. aeruginosa e possono richiedere, in aggiunta agli antibiotici, una tempestiva toletta chirurgica. Di rado lo Pseudomonas provoca endocardite: ciò avviene su protesi valvolari oppure nei pazienti che abbiano subito un intervento chirurgico a cuore aperto o anche sulle valvole naturali in chi fa uso di droghe EV. L'endocardite destra può essere curata con terapia medica, ma se l'infezione interessa la mitrale, le valvole aortiche o valvole protesiche, si dovrà spesso procedere all'asportazione della valvola infetta.



    Terapia

    Quando l'infezione è localizzata ed esterna, è efficace un trattamento con irrigazioni di acido acetico all'1% o con agenti topici, come polimixina B o colistina. Il tessuto necrotico deve essere eliminato e gli ascessi drenati. Quando invece è necessaria terapia parenterale la tobramicina o la gentamicina (5 mg/kg/die in dosi frazionate) sono in grado di curare la maggior parte delle specie di Pseudomonas. Con il miglioramento clinico, per rendere minimi gli effetti collaterali, il dosaggio si può ridurre a 3 mg/kg/die. Il dosaggio va anche ridotto in caso di insufficienza renale. Nella terapia di infezioni da Pseudomonas che presentino resistenza enzimatica alla tobramicina e alla gentamicina si dovrà usare l'amikacina. Molti esperti raccomandano di trattare le infezioni gravi da Pseudomonas con un aminoglicoside associato a un antibiotico b-lattamico. Diverse penicilline, tra cui ticarcillina, piperacillina, mezlocillina e azlocillina, sono efficaci nei confronti dello Pseudomonas. Altri farmaci dotati di un'eccellente attività sono il ceftazidime, il cefepime, l'aztreonam, l'imipenem, il meropenem e la ciprofloxacina. Nella maggior parte dei casi la ticarcillina viene usata a dosaggi di 16-20 g/die EV. Piperacillina, azlocillina, cefepime, ceftazidime, meropenem e imipenem sono attivi in vitro contro alcuni ceppi resistenti alla ticarcillina.

    Nelle infezioni sistemiche, o nei pazienti granulocitopenici, a una delle penicilline efficac,i si dovrà associare un aminoglicoside attivo contro lo Pseudomonas. Nei pazienti neutropenici, con funzionalità renale al limite, sono ugualmente adeguate combinazioni terapeutiche senza aminoglicosidi, quali doppio b-lattamico o un b-lattamico insieme a un fluorochinolonico. Le IVU possono essere trattate con indanil-carbenecillina PO o con ciprofloxacina o altri fluorochinolonici. Tuttavia, i fluorochinolonici non devono essere somministrati ai bambini per via dei potenziali effetti sulla cartilagine. Quando vengono utilizzati due farmaci antipseudomonas, durante il trattamento è più rara la comparsa di ceppi resistenti.
     
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