Come si legge la tracciatura delle uova?

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Come si legge la tracciatura delle uova? Ecco come riconoscere la provenienza e il tipo di allevamento.
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    Roma,

    La tracciatura delle uova obbligatoria dal 2004
    Come si legge la tracciatura delle uova, diventata obbligatoria dal primo gennaio 2004?

    Sul guscio dell'uovo trovate una serie di cifre come questa: 1IT123PV034 1

    - La prima cifra identifica il metodo dell'allevamento: 0 allevamento biologico, 1 allevamento all'aperto (cioè in uno spazio di almeno 4 mq con vegetazione in cui le galline possono razzolare almeno due ore al giorno), 2 allevamento a terra (su terreno coperto di paglia o di sabbia), 3 allevamento in gabbia (dove per ogni gallina è riservato almeno mezzo metro quadro).

    IT - Lo stato dove l'uovo è stato prodotto.

    123 - Il codice Istat del comune sede dell'allevamento.

    PV - La provincia dove ha sede l'allevamento.

    034 - Numero di identificazione dell'allevamento. A volte tale numero è seguito da una lettera che identifica il gruppo di galline ovaiole all'interno dell'allevamento. Se l'uovo è prodotto al di fuori dei paesi dell'Unione europea la dicitura sugli imballaggi è "sistema di allevamento indeterminato".

    Sull'etichetta della confezione deve essere riportata la data di scadenza, per legge 28 giorni dopo la deposizione. Si deve notare che le uova devono essere ritirate dagli scaffali del supermercato una settimana prima della scadenza, per evitare che al consumatore distratto resti poco tempo per il consumo.

    Altre informazioni presenti per legge sull'etichetta sono: la data di consumo preferibile, la categoria di qualità e di peso, il numero di uova confezionate, il nome e la ragione sociale o il marchio del centro di imballaggio, le modalità di conservazione. Informazioni facoltative sono: data di deposizione, data di imballaggio, tipo di alimentazione fornita alle galline.

    In Italia la maggior parte di uova appartiene al metodo di allevamento 3, ben il 96% del totale. Un po' meglio la situazione europea, dove l'allevamento in gabbia copre "solo" l'87% del prodotto globale.

    www.rainews24.it/it/news.php?newsid=148973
     
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