Bari, incubo emergenza CDR

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    Bari, incubo emergenza
    Inviato da redazione il Mer, 23/02/2011 - 14:30

    Alessandro De Pascale
    PUGLIA. Crisi spazzatura per 21 Comuni del barese. La discarica di Conversano è stata sequestrata il 17 febbraio: autorizzazione scaduta. Ora si cercano nuovi siti dove scaricare.

    Da giorni la Regione Puglia sta cercando una soluzione. Deve capire dove smaltire 500 tonnellate di rifiuti al giorno, prodotti dai 425mila abitanti di 21 comuni dell’Ambito territoriale ottimale Bari 5. Tra cui la città dei trulli, Alberobello. Nella tarda serata del 17 febbraio il Nucleo operativo ecologico dei carabinieri ha sequestrato la discarica di Conversano, comune capofila dell’Ato Ba5, gestita dalla società Lombardi Ecologia srl. La cava, che si trova in contrada Martucci, è stata sequestrata perché operava con l’autorizzazione scaduta dall’11 febbraio scorso. Il provvedimento dell’Arma ha consentito per ora la «facoltà d’uso, al fine di tutelare l’igiene e la sanità pubblica, in attesa della decisione del magistrato». Anche perché i comuni del sud est barese si trovano in un critico stato di emergenza ambientale.

    La convalida del gip potrebbe però definitivamente bloccare i conferimenti di spazzatura nell’invaso, paralizzando di fatto la raccolta della spazzatura. Inoltre da almeno 20 giorni la Provincia di Bari sa che l’impianto è quasi saturo e potrebbe accogliere rifiuti all’incirca fino al 20 marzo. Trovare una soluzione è quindi necessario indipendentemente dalla decisione dei giudici. «Vogliamo che per i prossimi venti giorni i rifiuti vengano conferiti fuori bacino», chiedono i comitati locali. Ma l’assessore all’Ambiente della Puglia, Lorenzo Nicastro, nel confermare che «evitare l’emergenza è d’obbligo - spiega che - la strada è chiudere Martucci e avviare gli impianti Cogeam». Si tratta dei Cdr per produrre il combustibile da rifiuto costruiti dalla Cogeam e affidati alla Colari che ha vinto un ricorso al Consiglio di Stato. Sono pronti da mesi ma la gara per gestirli tuttora è in corso e si concluderà soltanto il 14 marzo.

    Il vero problema è che in Puglia la raccolta differenziata è ferma ad un misero 15 per cento e mancano gli impianti per chiudere il ciclo integrato dei rifiuti. «I tre termovalorizzatori che nasceranno saranno inseriti nel nuovo Piano rifiuti della Regione e come previsto sono solo quelli di Manfredonia, Modugno e Massafra». L’unico attivo è quello di Massafra (Taranto), di proprietà, come gli altri in costruzione, della società Eco Energia srl del gruppo Marcegaglia. Quindi anche volendo risolvere il problema barese producendo Cdr non si saprebbe dove bruciare le eco balle prodotte. Il rischio è vengano ammassate nelle cosiddette discariche di soccorso, facendo la fine della Campania. Oppure portarle in Albania come aveva dichiarato di voler fare la Colari al momento della gara per i Cdr. Infatti i lavori per il termovalorizzatore di Modugno, nei pressi dall’aeroporto di Bari, non sono terminati. Perché l’impianto è finito sotto la lente d’ingrandimento della magistratura che ritiene non avanzate le tecnologie adottate e il cantiere venne sequestrato nel settembre 2008.
     
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