Scoprire la Sla prima che manifesti i sintomi

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    In un articolo scritto qualche tempo fa avevo dimostrato la correlazione delle varie patologie del sistema nervoso con un unico punto di riferimento.
    L'articolo diceva che patologie come Sla, SM, parkison avevano come "difetto " il sistema di trasmissione dati (sinapsi tra cellule nervose)
    Oggi la scienza condotta dal Cancer Research UK in collaborazione con l’Istituto di Neurologia dell’University College of London hanno scoperto da dove deriva...BRAVI!!!!

    Scoprire la Sla prima che manifesti i sintomi
    Scritto da Doc • Mercoledì, 29 dicembre 2010

    La Sclerosi laterale amiotrofica (SLA) è una malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso che colpisce selettivamente i cosiddetti neuroni di moto (motoneuroni), sia centrali - a livello della corteccia cerebrale, sia periferici a livello del tronco encefalico e del midollo spinale. Attualmente le sue cause sono ancora ignote.
    Viene chiamata anche Morbo di Charcot in quanto il neurologo Jean-Martin Charcot fu il primo a descriverla nel 1860.

    Oggi sembra che sia possibile individuarla, quando ancora è allo stato latente, prima che si manifestino i sintomi in modo da poter intervenire per evitare che si verifichi un danno ai neuroni motori.

    Una recente ricerca, condotta dal Cancer Research UK in collaborazione con l’Istituto di Neurologia dell’University College of London, i cui risultati sono stati pubblicati recentemente su 'Pnas' mostra la possibilità di intervenire in tempo, individuandola sul sorgere.

    Lo studio, che si è concentrato sul danno del trasporto assonale, cioè sulla capacità delle terminazioni nervose del neurone motorio di trasmettere pacchetti di informazioni al corpo cellulare, ha dimostrato che il deficit di questo processo si manifesta in maniera molto precoce, precedendo considerevolmente ogni altro sintomo.

    Si tratta quindi di una scoperta molto importante che dovrebbe portare, nel giro di un paio d’anni, a mettere a punto un marker in grado di individuare il danno assonale in fase molto precoce, permettendo di giocare d’anticipo contro la degenerazione tipica della malattia.

    Tra i ricercatori che hanno partecipato allo studio anche un italiano: Giampietro Schiavo, da 16 anni all'estero.
     
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