Zirconia, tumori e farmaco vigilanza

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Corso di aggiornamento

    UN AGGIORNAMENTO SULLA CORRELAZIONE ANTITRASPIRANTI, PARABENI E CANCRO AL SENO

    Lidia Sautebin, Dipartimento di Farmacologia Sperimentale e Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II.

    Nel 2005 sono apparse alcune pubblicazioni inerenti al rischio connesso alla presenza di alcune sostanze chimiche nei deodoranti e nei prodotti per la cura del corpo che vengono applicati sotto le ascelle o comunque nell’area adiacente al seno. Anche l’Agenzia francese per la sicurezza dei prodotti per la salute (AFSSAPS) e l’UNIPRO hanno emesso, recentemente, un comunicato in merito. Riportiamo quindi un aggiornamento sul problema che è già stato precedentemente trattato nel sito.

    Il punto di vista di Darbre
    Darbre, già autore di una pubblicazione sulla correlazione tra utilizzo di deodoranti ed insorgenza del cancro al seno (P.D. Darbre, Eur. J. Cancer prev. 10 (2001) 389-393; J. Appl. Toxicol. 23 (2003) 89-95; J. Appl. Toxicol 24 (2004)167-176), ritorna sull’argomento (J. Inorg. Biochem, 99,2005, 1912-1919)focalizzando la sua attenzione sui sali di alluminio (cloridrati) presenti come componenti attivi, antitraspiranti, in tali prodotti cosmetici. L’azione antitraspirante sembra essere dovuta al blocco dei dotti sudoripari, probabilmente attraverso la formazione di un tappo, composto da sali precipitati e cellule danneggiate, nella parte superiore del dotto ( K. Laden, C.B. Felger Antiperspirants and Deodorants: Cosmetic Science and Technology Series, vol.7, Marcel Dekker, New York, 1988). Ed è proprio l’efficacia di tale azione che ha portato ad un ampio utilizzo di prodotti cosmetici che contengono antitraspiranti. Secondo Darbre, tuttavia, data la tossicità dell’alluminio, non si possono prevedere gli effetti, nella popolazione, di un uso così diffuso ed a lungo termine, soprattutto per quanto riguarda il seno che è adiacente alla zona di applicazione.
    I sali di alluminio vengono utilizzati in alte concentrazioni nelle preparazioni cosmetiche. Il cloruro di alluminio, l’alluminio cloridrato ed i complessi glicina-allumino cloridrato e zirconio sono presenti, rispettivamente al 15%, 20 % e 25% (p/v) ( K. Laden, C.B. Felger Antiperspirants and Deodorants: Cosmetic Science and Technology Series, vol.7, Marcel Dekker, New York, 1988;E.W. Flick, Cosmetic and Toiletry Formulations, Noyes Publications, Park Ridge, NJ 1989) e spesso, i prodotti che li contengono, vengono utilizzati anche subito dopo la depilazione delle ascelle e cioè in una situazione in cui possono essere presenti abrasioni che possono facilitare la loro penetrazione. E’ interessante notare, secondo l’autore, che l’assorbimento dell’alluminio attraverso il derma può avvenire, nell’uomo, anche attraverso una cute intatta (R.Flarend T. Bin D.Elmore S.L. Hem, Food Chem.Toxicol.39 (2001) 163.168; C. Exley, Am. J. Med. 117 (2004)969-970). In uno studio recente (O. Guillard, B. Fauconneau, D.Olichon, G Dedieu,R. Deloncle, Am J. Med. 117 (2004) 956-959)sono stati trovati, in una donna che usava antitraspiranti, livelli plasmatici tossici di alluminio, ritornati poi a livelli normali dopo la sospensione dell’utilizzo del prodotto (O. Guillard, B. Fauconneau, D.Olichon, G Dedieu,R. Deloncle, Am J. Med. 117 (2004) 956-959).Secondo Darbre le manifestazioni sistemiche presentate dalla donna, quali, dolore alle ossa e stanchezza, erano una diretta conseguenza degli elevati livelli plasmatici di alluminio, che dipendevano da un assorbimento transdermico del composto. L’autore si chiede quindi se questa situazione possa essere riferibile anche ad altre persone e se alti livelli di alluminio possano essere presenti anche nel seno (C. Exley, Am J. Med. 117 (2004) 969-70).
    Darbre commenta quindi che potrebbero essere fattori importanti, favorenti la correlazione tumore al seno-antitraspiranti, un sovraccarico del composto ed una suscettibilità individuale. Il primo fattore non è inusuale in una popolazione che fa un uso sempre più frequente di tali prodotti, il secondo potrebbe derivare, non solo da variazioni dell’assorbimento nell’adulto, ma anche dall’esposizione di sottogruppi di popolazione potenzialmente più sensibili come i bambini. Vi sono evidenze, infatti, che il tumore al seno abbia origine molti anni prima dell’insorgenza dei sintomi e che il seno sia particolarmente suscettibile alla carcinogenesi prima della pubertà (M. Tokunuga, J.E. Norman, M. Asano, S. Tokuoka, H. Ezaki, I. Nishimori, Y. Tsuji, J Natl. Cancer Inst. 62 (1979) 1347-1359.; J Russo, I.H. Russo, Lab Invest. 57 (1978) 112-137). Tuttavia poiché la maggior parte di questo tipo di tumore appare nelle donne in post-menopausa (L. Lipworth, Eur. J. Cancer Prev. 4 (1995) 7-30)è interessante, secondo Darbre, sottolineare come l’assorbimento dell’alluminio possa aumentare con l’età (R.A. Yokel, P.J. McNamara. Pharmacol. Toxicol.88 (2001) 159-167; R. Flarend, in: C. Exley (Ed.) Aluminium and Alzheimer’s Disease: The Science that Describes the Link, Elsevier, London, 2001, pp75-95).
    Vengono poi riportate una serie di considerazioni di diversi autori che si sono occupati dell’argomento. Secondo uno di questi (C. Exley, Mol. Med. Today 4 ( 1998) 107-109. ) l’alluminio, può non solo aumentare, per accumulo sistemico, il rischio di patologie ad esso correlate, come l’Alzheimer, ma anche agire su bersagli non-sistemici come il seno. Infatti l’applicazione continua di tali prodotti, che permangono sulla cute, può provocare una penetrazione, localmente, dei sali di alluminio e causare effetti tossici. I complessi di alluminio-zirconio sono stati correlati all’insorgenza di granulomi nella zona di applicazione degli antitraspiranti (H.G. Skelton, K.J. Smith, F.B. Johnson, CR. Cooper, W.E. Tyler. G.P. Lupton. J. Am. Acad. Dermatol. 28 (1993) 874—876; A.D. Montemarano, P. Sau, F.B. Johnsoon, W.D. James, J. Am. Acad. Dermatol. 37 (1997) 496 - 498), così come l’utilizzo di vaccini contenenti alluminio (H. Habs, B. Simon, K.U. Thiedemann, P. Howe, Aluminium Environ. Health Criteria 194 (1997);E. Bergfors, B. Trollfors. A. lnerot, Vaccine 8 (2003) 64 – 69) può causare la formazione di noduli che danno prurito, localmente, nella zona di applicazione del vaccino.
    Vengono citati anche studi epidemiologici (L. Lipworth, Eur. J. Cancer Prev. 4 (1995) 7-30)che hanno dimostrato che il 90% dei tumori al seno ha una componente ambientale, ma, sebbene siano stati individuati alcuni fattori di rischio come quelli genetici (Y. Miki, I. Swenson, D. Shattuck-Eidens, et al., Science 266 (1994) 66-71; D. Easton, D. Ford, I. Peto, Cancer Surv. 18(1993)95-113). ed ormonali (estrogeni) (L. Lipworth, Eur. J. Cancer Prev. 4 (1995) 7-30),tuttavia le principali cause ambientali rimangono tuttora sconosciute. Uno di questi fattori di rischio potrebbe proprio essere, secondo Darbre, l’applicazione continua, per lunghi periodi di tempo, di sostanze chimiche a nota attività tossica, come l’alluminio (P.D. Darbre, Eur. J. Cancer prev. 10 (2001) 389-393);,P.W. Harvey, P. Darbre, .J. Appl. Toxicol. 24 (2004) 167-176). E’ noto, riporta Darbre, che il cancro deriva da cambiamenti genetici nelle cellule somatiche del seno (soprattutto cellule epiteliali dei dotti) che si traducono in perdita del controllo sulla proliferazione di tali cellule. Se è vera l’ipotesi che componenti degli antitraspiranti sono coinvolti in questi processi, ciò significa che possono danneggiare il DNA cellulare ed interferire con i normali fattori di controllo della crescita, ed in particolare con gli estrogeni (P.D. Darbre, Eur. J. Cancer prev. 10 (2001) 389-393);,P.W. Harvey, P. Darbre, .J. Appl. Toxicol. 24 (2004) 167-176). Numerosi studi hanno evidenziato il profilo genotossico dell’alluminio, che è in grado di legarsi al DNA e di danneggiarlo (S.J. Karlik, G.L. Eichhorn, PN. Lewis, D.R. Crapper, Biochemistry 19 (1980) 5991—5998; G. Yiu, Toxicol. Mech. Meth. 15 (2005) 25—28). E’ stata anche dimostrato un suo effetto epigenetico (C. Exley (Ed.). Aluminium and Alzheimer’s Disease: The Science that Describes the Link, Elsevier, London, 2001) ed un suo contributo allo stress ossidativo, tramite l’interferenza con l’azione di fattori di trascrizione e, sembra, anche tramite l’occupazione di siti di legame per lo zinco essenziali per la normale funzione dei fattori di trascrizione “ zinc finger”(W.J. Lukiw, in: C. Exley (Ed.), Aluminium and Alzheimer’s Disease: The Science that Describes the Link, Elsevier, London, 2001, pp. 147-168).A tale proposito, dice Darbre, è interessante notare che il recettore degli estrogeni è un fattore di trascrizione “zinc finger”(A.K. Hihi, W. Wahli, in: M Oettel, E Schillinger (Eds.), Estrogens and Antiestrogens, vol. 1, Springer-Verlag, Berlin. 1999, pp. 111-126)e quindi, potenzialmente, l’alluminio potrebbe influenzare l’azione degli estrogeni tramite il loro recettore. Dato il noto coinvolgimento degli estrogeni nel cancro al seno (W.R. Miller, Estrogen and Breast Cancer, Chapman & Hall, London, 1996), composti che possono mimare la loro azione, hanno, quindi, potenzialmente, la capacità di contribuire alla progressione del tumore (P.D. Darbre, Educ. Chem. 39(2002) 124—128). E’ stato, inoltre, dimostrato che molte sostanze chimiche che mimano l’azione degli estrogeni si accumulano nel seno umano (Guttes, K. Failing, K. Neumann, J. Kleinstein, S. Georgii, H. Brunn, Arch. Environ. Contam. Toxicol. 35 (1998) 140—147; S.D. Steliman, MV. Djordjevic, lA. Britton, J.E. Muscai, ML. Citron, M. Kemeny, E. Busch, L. Gong. Cancer Epidemiol. Biomark. Prev. 9 (2000) 1241—1249), e tra questi i parabeni (esteri alchilici dell’acido para-idrossibenzoico) (JR. Byford, LE. Shaw, M.G.B. Drew, G.S. Pope, MJ. Sauer,P.D.Darbre, J. Steroid Biochem. Mol. Bio!. 80 (2002) 49—60; R.L. Elder, J.. Am. Coll. Toxicol. 3(1984)147—209.
    Le principali evidenze che correlano i deodoranti ed il cancro al seno derivano, secondo Darbre, da studi clinici che dimostrano uno sproporzionato numero di casi di cancro nel quadrante superiore esterno del seno, proprio la zona in cui vengono applicati tali prodotti (P.D. Darbre, Eur. J. Cancer prev. 10 (2001) 389-393); PD. Darbre. J. Appl. Toxicol. 23 (2003) 89-95). Vi sono infatti studi che indicano che il 31% dei tumori al seno sono localizzati in quella zona (J.E. Lane-Claypon, Reports on Public Health and Medica! Subjects No 32 Ministry of Health. London , 1926; C.D. Haagensen, Diseases of the Breast. second ed., W.B.. Saunders. Philadelphia 1971)e che tale percentuale, in aumento nel tempo, ha raggiunto una valore del 60.7% nel 1994 ed in Gran Bretagna sta aumentando annualmente in modo lineare (P.D. Darbre, Anticancer Res. 25 (3) (2005) 2543-50). Un'altra evidenza indiretta di questa correlazione deriva, secondo l’autore, da uno studio che riporta la presenza di una instabilità genomica nel quadrante esterno del seno (DL. Ellsworth, R.E. Ellsworth, B. Love, B. Deyarmin, S.M. Luberi. V. Mittal, J.A. Hooke, CD. Shriver, Ann. Surg. Oncol. 11(2004) 861—868), che potrebbe costituire un fattore causale, non sistemico, per l’insorgenza del tumore. Se l’applicazione regolare per lunghi periodi di tempo di tali sostanze (deodoranti-antitraspiranti) fosse la causa di tale alterazione genetica ne deriverebbe quindi un nesso di causalità (DL. Ellsworth. RE. Ellsworth, MN. Liebman, J.A. Hooke, CD. Shriver, Lancet Oncol. 5 (2004) 753—758).
    Altri due studi epidemiologici hanno cercato di stabilire una correlazione diretta. In uno studio caso-controllo di Mirick (D.K. Mirick, 5. Davis, D.B. Thomas, J. NatI. Cancer Inst.. 94 (2002) 1578—1580)non è stata trovata alcuna differenza nell’uso abituale di deodoranti-antitraspiranti negli 813 casi affetti da tumore al seno e nei 793 controlli. In contrasto, in un altro studio (K.G. McGrath, Eur. J. Cancer Prev. 12 (2003) 479—485), in una popolazione di 437 pazienti affetti da cancro al seno, quelli che avevano utilizzato frequentemente, e in età precoce, prodotti antitraspiranti a base di alluminio avevano manifestato il tumore in età più giovane (MM. Bilimoria. DJ Winchester, S.F. Sener, G. Motykie, U.L. Sehga, D.P. Winchester, Ann. Surg. Oncol. 6 (1999) 200-207).Questo studio, secondo Darbre, dimostrerebbe quindi una relazione dose-risposta ed una sensibilità critica in età giovanile.
    L’autore ritiene quindi che siano necessari ulteriori studi per stabilire gli effetti di una ripetuta applicazione degli antitraspiranti sull’assorbimento dermico, sui loro livelli nella zona del seno, sugli effetti della rasatura delle ascelle su questi processi e per individuare i meccanismi molecolari dell’azione dell’alluminio. Il fine ultimo di queste ricerche è quello della prevenzione del tumore e quindi della tutela della salute.

    Il punto di vista di Raghet
    Nell’Editoriale di Raghet(One step forward in proving, that underarm cosmetics do not cause breast cancer; The Breast 2005, 14, 85-86) vengono esposte una serie di argomentazioni contro l’ipotesi sulla correlazione deodoranti-cancro al seno.
    Nell’introduzione vengono brevemente riassunti i presupposti che hanno indotto ricercatori ed istituzioni (Jones J. Can rumors cause cancer? J Natl. Cancer Inst 2000 ; 92:1469—71) a pronunciarsi in favore o contro il nesso di causalità tra deodoranti e cancro al seno. Tra le osservazioni che hanno indotto a suggerire tale nesso di causalità vi è quella inerente all’azione degli estrogeni come promotori del tumore al seno e all’attività estrogeno-simile dei parabeni, dimostrata in vitro in una linea cellulare tumorale, nonché la dimostrazione della loro presenza in tessuto tumorale mammario umano (Okubo T, Yokoyama Y. Kano K, Kano I. ER.dependent estrogenic activity of parabens assessed by proliferation of human breast cancer MCF-7 cells and expression of ERalpha and PR. Food Chem Toxicol 2001;39(12):1225-32;Darbre PD. Aijarah A, Miller WR, Coldham NG, Sauer MJ, Pope GS .Concentrations of parabens in human breast tumours. J Appl Toxicol 2004;24:5-1). Anche lo sproporzionato alto numero di tumori nel quadrante superiore esterno del seno ha costituito, per alcuni, una prova di tale correlazione. (Darbre PD. Underarm cosmetics are a cause of breast cancer. Eur J Cancer Prev 2001;10(5):389—93;Harvey PW, Darbre P. Endocrine disrupte rs and human health: could oestrogentc chemicats in body care cosmetics adversely affect breast cancer incidence in women? .1 Appl Toxicol 2004;24(3):167—76).
    L’autore procede poi all’analisi critica di alcuni studi che hanno analizzato il problema. Cita quindi i lavori, già commentati da Darbre, di Mirick e MCGrath e quello di Lee (The Breast, 2005,14, 151-152) il quale afferma che la disproporzionata alta incidenza di tumore, nel quadrante esterno superiore del seno, è, in realtà, dovuta alla grande quantità di tessuto mammario in quel quadrante. Secondo Rageth questa ricerca dà una risposta scientifica al problema, escludendo quindi gli antitraspiranti come possibile causa del tumore al seno.
    Viene quindi presa in considerazione la teoria dei parabeni, sottolineando che l’assorbimento di tali sostanze non è solo dovuto ai cosmetici, poiché l’uomo ne assorbe giornalmente una certa quantità attraverso la dieta e la loro presenza nei campioni di tessuto tumorale mammario (Darbre 2004) potrebbe non essere dovuta all’uso di deodoranti.
    Considera infine il fattore estrogeni affermando che, malgrado evidenze sperimentali, in vitro, suggeriscano che gli estrogeni stimolino la crescita delle cellule tumorali mammarie ed alcuni autori suggeriscano che la terapia ormonale sostitutiva possa aumentare il rischio di questo tipo di tumore, (Collaborative Group Hormonal Factors in Breast Cancers. Breast cancer and hormone replacement therapy: collaborative reanalysis of data from 51 epidemiological studies of 52'705 women with breast cancer and 108'411 women without breast cancer. Lancet 1997; 350:1047-59; Beral V, Milion Women Study Collaborators. Breast Cancer and hormone-replacement therapy in the Mililion Women Study. Lancet 2003; 362 (9382); 419-27) il contributo relativo di progestinici ed estrogeni non è ancora chiaro (Chlebowski RT, Hendrix SI, Langer RO, Stefanick ML. Gaiss M, Lane D, Rodabough RJ, Gilligan MA, Cyr MG, Thomson CA, Khandekar.1, Petrovitch H, McTiernan A. WHI lnvestigators. Influence of estrogen plus prgestin on breast cancer and mammography in healthy postmenopausal womens the Women’s Health Initiative Randomized Trial. JAMA 2003; 289 (24):3243-53; Anderson et al. Women’s Health Iniziative Steering Committee: Effects of conjiugated equine estrogen in postmenopausal women with hysterectomy: the Women’s Health Iniziative randomised controlled trial. JAMA 2004; 291 (14): 1701-12).
    Si dichiara quindid’accordo con altri autori, fra cui Darbre, riguardo al problema dei parabeni e cioè che siano necessarie ulteriori ricerche prima di essere rassicurati completamente (Darbre PD. Underarm cosmetics and breast cancer. J Appl. Toxicol 2003; 23 (5); 285-8; Harvey PW, everett DJ. Significance of the detection of ester of p-hydroxybenzoic acid (parabens) in human breast tumours. J Appl. Toxicol 2004; 24 (1): 1-4.
    Conclude infine affermando, che, allo stato delle conoscenze attuali, non vi sono comunque indicazioni per suggerire alle donne di non usare questo tipo di cosmetico.

    Il punto di vista dell’AFSSAPS
    Nel bollettino n° 30 del dicembre 2005 Christophe Rousselle (Départment d’évaluation des produits cosmétiques, biocides e de tatouages) riporta i risultati inerenti alla valutazione del rischio connesso alla presenza di parabeni nei cosmetici.
    A tale proposito ricorda che la presenza nei cosmetici dell’acido para-idrossi-benzoico, dei suoi sali ed esteri (parabeni) è regolamentata, a livello europeo, dalla Direttiva sui Cosmetici 76/68/CE. Sono infatti permesse concentrazioni massime (in acido) dello 0.4% per gli esteri e dello 0.8% per le misceledi esteri. I parabeni sono presenti nell’80% dei prodotti cosmetici grazie alla loro efficacia antimicrobica, ad ampio spettro, ed alla loro relativa innocuità, nonostante i loro effetti sensibilizzanti. Sono efficacia basseconcentrazioni e le misceledi esteri hanno un effetto sinergico. Sono facilmente idrolizzabili da enzimi specifici e alcuni studi hanno messo in evidenza che possono essere degradati dopo l’applicazione sulla cute, il che spiegherebbe la scarsa esposizione sistemica per il consumatore. Secondo l’autore, proprio per le proprietà sopra citate, allo stato attuale, non sembra poter essere possibile la sostituzione dei parabeni con altre sostanze.
    Gli studi di tossicità generale (acuta, subacuta e cronica) effettuati su diverse specie animali, hanno dimostrato l’assenza di effetti tossici, genotossici, cancerogeni e teratogeni.
    Sono stati anche studiati gli effetti sulla fertilità esponendo alcune specie animali a dosi di propil e metil parabene compatibili con quelle a cui viene esposta la specie umana. Anche l’industria, riporta il bollettino, ha compiuto studi in proposito che sono stati trasmessi all’Afssaps per l’esame della Commissione di cosmetologia.
    Quindi visto l’insieme dei dati disponibili e dalle conclusioni del comitato di esperti della Commissione Europea sia dei prodotti cosmetici (SCCNFP-The Safety Evaluation of Parabens covering in addition isopropyl paraben, 8 gennaio 2005) che di quelli alimentari (EFSA, Opinion of scientific Panel on Food Additives, Flavouring, Processing Aids and Materials in Contact with Food on a Request from the Commission related to para hydroxy-benzoates, 13 luglio 2004), la commissione di cosmetologia, nella riunione del 29 settembre 2005 si è dichiarata favorevole all’utilizzo, nelle condizioni già stabilite, di 4 dei 5 parabeni correntemente utilizzati (metil-etil-propil e butil-parabeni).
    Per quanto riguarda l’isobutilparabene, la Commissione di cosmetologia ha ammesso il suo utilizzo nei cosmetici, con la riserva che vengano compiuti ulteriori studi a conferma dell’assenza di rischio nelle condizioni attuali di utilizzo.
    La commissione ha pronunciato delle riserve inerenti all’utilizzo degli altri esteri alchilici dell’acido paraidrossibenzoico, particolarmente il benzilparabene, tenuto conto dell’assenza di dati che permettano di escludere un rischio di tossicità riproduttiva. L’Afssaps proporrà quindi, a livello comunitario, di menzionare nominalmente gli esteri valutati in modo favorevole e di eliminare la menzione generica di “esteri dell’acido paraidrossibenzoico”. Tale cambiamento, secondo l’Afssaps, permetterà di identificare gli esteri utilizzabili senza rischio e di non incentivare l’utilizzo di sostanze il cui rischio non è stato ancora valutato.

    Il punto di vista dell’Associazione Italiana Industrie Cosmetiche (UNIPRO)
    L’UNIPRO, nell’aggiornamento dell’agosto 2005, ribadisce l’assenza di qualsiasi correlazione tra l’uso di antitraspiranti/deodoranti e l’aumento del rischio di cancro al seno. Un precedente commento dell’UNIPRO a tale proposito, è stato da noi riportato nel sito. In questo ultimo aggiornamento viene ribadita la posizione assunta da diversi ricercatori impegnati in questo settore. Sono infatti riportati:

    * il parere di Richard Sullivan, responsabile dei Programmi Clinici per la Ricerca sul Cancro in Inghilterra, secondo il quale non c’è alcun meccanismo biologico in grado di spiegare la correlazione degli spray-deodoranti con il cancro al seno .
    * l’articolo pubblicato dall’American Journal of the National Cancer Institute (JNCI), basato, sullo studio condotto su un ampio campione di popolazione, dai ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center e dell’Università di Washington, che dimostra l’assenza del rischio di cancro al seno dovuto ai deodoranti.
    * lo studio clinico di Flarend e al. (A preliminary study of the dermal absorption of aluminium from antiperspirants using aluminium-26. Food Chem Toxicol. 2001 Feb;39(2):163-8) . che dimostra che solo una bassa percentuale di sali di alluminio viene assorbita dalla cute alle usuali condizioni d’impiego.
    * Il parere positivo (0874/05-0873/05 ) della SCCP (Comitato Scientifico per i prodotti destinati al consumatore) circa la sicurezza d’uso dei parabeni alle concentrazioni attualmente autorizzate, dato che gli effetti estrogeni dei parabeni sono molto bassi. La convalida (parere SCCP/0873/05) dell’utilizzo, come sicuro, di metilparabene ed etilparabene alle concentrazioni attualmente autorizzate.
    * la ricerca svolta da Robert Golden e al. (A review of the endocrine activity of parabens and implications for potential risks to human health. Crit Rev Toxicol. 2005 Jun;35(5):435-58 ) . sull’attività endocrina dei parabeni, che dimostra che pur ipotizzando un uso continuo dei parabeni si ha un rischio minore rispetto all’esposizione a sostanze naturali ad azione estrogena presenti nell’usuale dieta alimentare.

    Come si può evincere dalle notizie riportate la situazione non è ancora del tutto definita e vi terremo quindi aggiornati su ogni ulteriore sviluppo.
    www.farmacovigilanza.org/cosmetovigilanza/corso/0602-03.asp
     
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  2. zeno pagliai
     
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    Per il resto non mi pronuncio, anche perchè non me ne può importare di meno ma per quel che riguarda lo Zirconia per uso odontoiatrico, non esiste alcuna dimostrazione scientifica che ne dimostri la tossicità e addirittuta la radioattività. Se trovate notizie de genere sul Web, non ci rimane che ridere :D image
    Ridiamoci sopra aspettado le prove che mai arriveranno.

    Se qualcuno ha voglia di disputare con me lo faccia pure, ma lo avverto, lo farò...NERO perché le cazzate sullo Zirconio e le altre leghe odontoiatriche non possono mai essere scientificamente provate !

    Dott. Zeno Pagliai Medico Chirurgo Odontoiatra in Roma.
     
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1 replies since 6/1/2011, 15:31   373 views
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