17 milioni di europei allergici ai cibi

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    17 milioni di europei allergici ai cibi

    Per loro andare al ristorante può rivelarsi perfino fatale, se nel sugo della pasta c'è un po' di formaggio o se nel dessert ci sono tracce di nocciole tritate. Sono i pazienti che soffrono di allergie alimentari: un vero esercito, che in tutta Europa conta ben 17 milioni di persone, di cui 3,5 milioni con meno di 25 anni. Sono i dati diffusi in occasione del Food Allergy and Anaphylaxis Meeting dell'European Academy of Allergy and Clinical Immunology (EAACI), in corso a Venezia dal 17 al 19 febbraio, secondo cui il numero di allergici è in continua crescita.
    “Le reazioni allergiche appaiono in continuo aumento, probabilmente a causa di cambiamenti nutrizionali , di esposizioni ambientali a fattori come per esempio il fumo di sigaretta. in genere per modifiche dello stile di vita (molto diverso rispetto al passato) in grado di influenzare il corretto funzionamento del sistema immunitario, – spiega Maria Antonella Muraro, presidente del congresso e responsabile del Centro dedicato allo Studio e alla Cura delle Allergie e delle Intolleranze Alimentari, operativo nella Regione Veneto presso l'azienda ospedaliera dell'Università di Padova (www.centroallergiealimentari.eu) – La mancata esposizione fin da piccolissimi a particolari fattori batterici pare ridurre le possibilità che il nostro sistema immunitario: riconosca che cosa è innocuo e cosa non lo è, scatenando una risposta anche nei confronti di proteine presenti nei cibi e generalmente tollerate dal nostro organismo”.

    In Europa continentale l’allergia alimentare mediamente più diffusa nella popolazione adulta, è quella a frutta fresca e verdura mentre nei paesi anglosassoni prevale la frutta a guscio, soprattutto noci, nocciole e arachidi. Segue l’allergia ai crostacei e al pesce, in particolare al merluzzo, che prevale nei Paesi Scandinavi e del Nord Europa. In Italia, secondo un recente studio dell’Università di Torino, l’alimento più allergizzante negli adulti è la nocciola (26%), seguita dalla verdura (14%), dalla frutta fresca, soprattutto pesche e albicocche, (12%), crostacei (10%), pesce (7%) legumi ( 6%), semi (6%), grano (5%).

    La prevalenza delle allergie alimentari fra gli adulti europei è abbastanza omogenea, con qualche eccezione: colpisce il dato della Danimarca, dove solo l'1,6 per cento della popolazione non tollera uno o più alimenti, mentre nel resto dei Paesi la quota di allergici oscilla attorno al 3 per cento, con punte riferite del 3,5 per cento in Italia, Francia e Germania. I dati raccolti in Europa dimostrano anche che le allergie alimentari hanno una spiccata prevalenza femminile: nel 60 per cento dei casi gli allergici sono infatti donne. “I motivi per questa prevalenza al femminile non sono chiari, ma le ipotesi sono numerose e chiamano in causa fattori biologici e psicologici – osserva Muraro – Gli estrogeni, ad esempio,possono favorire la vulnerabilità biologica femminile a patologie che coinvolgono il sistema immunitario. La stessa percezione di malattia risulta aumentata nel sesso femminile con conseguente ripercussione sulla gestione della malattia)

    In tutta Europa la fascia di età più colpita dalle allergie alimentari è quella fra zero e cinque anni con ben un milione e 200mila bimbi allergici; un milione sono gli allergici fra 5 e 10 anni e altri 800mila quelli fra 10 e 18 anni. Negli ultimi dieci anni il numero dei bambini allergici è raddoppiato, mentre i ricoveri per shock anafilattico nella fascia fra 0 e 14 anni sono aumentati di sette volte e le visite ambulatoriali pediatriche per allergie alimentari sono triplicate. In tutta Europa i cibi più allergizzanti per i bimbi sono il latte, le uova e noci, nocciole e arachidi. “L'allergia alimentare, in particolare verso latte, uova e nocciole, è la causa più frequente di shock anafilattico e nei bambini spesso segna l'inizio dell'evoluzione verso altre malattie allergiche quali la rinite e l’asma – spiega Muraro –Sforzi maggiori devono essere dedicati all’identificazione dei bambini a rischio attraverso una diagnosi appropriata con prove allergologiche cutanee e sul sangue. L’esclusione dell’alimento rappresenta tuttora l’unico trattamento efficace nella prevenzione della reazione allergica. In Italia l'allergia più frequente nei piccoli è quella al latte vaccino: non lo tollerano oltre 100mila bimbi fra zero e cinque anni, costretti a ricorrere a latti speciali molto costosi – prosegue Muraro – Un grosso problema, perché se i piccoli non introducono un adeguato sostituto del latte vaccino possono andare incontro a gravi squilibri nutrizionali con una compromissione della crescita e vera e propria malnutrizione. Altri 80mila bimbi italiani con meno di 5 anni non tollerano le uova, 50mila sono allergici a noci, nocciole e arachidi, 40mila ad altri alimenti fra cui frutta, verdura e crostacei”.

    In Europa la prevalenza delle allergie alimentari fra i bambini è diversa nei vari Paesi dell'Unione, con percentuali che oscillano dall'1,7 per cento in Grecia al 3 per cento di Danimarca e Polonia, dal 4 per cento di Italia e Spagna fino a oltre il 5 per cento in Francia, Regno Unito, Olanda e Germania.Si può ipotizzare che alla base della diversità dei dati esistano differenze di apporto nutrizionale di alcuni fattori come la vit:D o il maggior introito di fattori antiossidanti e di esposizione alla luce solare nell’ area mediterranea.

    COMENTO:
    parlano di allergie ed intolleranze come se fossero la stessa cosa causate da un'unica cosa, non dicono che queste patologie sono in continuo aumento( come avevo già denunciato io per altro, vedi https://centrobenesserekundalini.blogfree.net/?t=65317 "Sono molto frequenti, si calcola che ne soffrano 8 italiani su 10 e sembrano essere in continuo aumento. Prevedo un aumento del 200% entro il 2013"
    ) dovuto da una cattiva alimentazione come gli additivi aggiunti .

    Edited by Centro Benessere Kundalini - 19/2/2011, 11:54
     
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