cos'è un'allergia e un'intolleranza

COME AGISCE IL NOSTRO STOMACO

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Incominciamo con il dire che esistono due cervelli, il cervello propriamente detto situato nella scatola cranica e il “cervello” addominale che è rappresentato dal nostro apparato digerente.
    Questo produce sostanze psico-attive che influenzano direttamente gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina, sostanze oppiacee e antidolorifiche.
    Il collegamento tra questi due cervelli è assicurato dal midollo spinale del nervo vago.
    Al cervello addominale (secondo cervello) sono affidate le decisioni viscerali, cioè spontanee e inconsapevoli; l’encefalo assorbe le emozioni dall’esterno come irritazione, stress e rabbia trasmettendole, successivamente, al secondo “cervello” (quello addominale) che sviluppa sensazioni con le patologie psicosomatiche o bioenergetiche che colpiscono lo stomaco.

    Infatti, noterete che con stato d’ animo alterato il malessere si ripercuote sullo stomaco; di contro, se il vostro intestino fa le bizze, siete emotivamente stanchi e fastidiosi .

    "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma"

    Proprio a causa di questa trasformazione noi viviamo: il corpo cresce, cambia, si ammala, guarisce, invecchia, combatte le malattie, ogni giorno si modifica. Questi cambiamenti possono essere benefici o meno a seconda delle reazioni chimiche che si innescano nel nostro organismo: ogni essere vivente, di qualsiasi genere e specie, vive per effetto di reazioni chimiche. Anche i processi di alimentazione, digestione, assimilazione e metabolizzazione avvengono a seguito di una serie di reazioni chimiche.

    Spesso, senza accorgercene, ci alimentiamo in modo errato, consumando cibi a carattere industriale per la cui conservazione o per accentuarne il sapore si utilizzano prodotti chimici nocivi per la nostra salute rendendo l'organismo molto più debole e molto più attaccabile dai batteri e, in molti casi, incapace di difendersi dagli agenti esterni.

    Importante è anche l’associazione alimentare con i farmaci o tra diverse specie di farmaci.
    I farmaci da non assumere con altri farmaci possono essere, ad esempio, l’aspirina che non deve essere assunta con anticoagulanti o prodotti al cortisone perché potrebbe comportare un rischio emorragico, gli antipertensivi che non dovrebbero essere assunti con l’ibuprofene perché perderebbero entrambi la loro efficacia, gli antistaminici assunti con gli ansiolitici aumentano il rischio di sonnolenza diurna.
    Anche l’associazione di alcuni alimenti con alcuni farmaci può creare dei problemi, ad esempio:
    il pompelmo potenzia l’effetto dei farmaci ipotensivi e ansiolitici, la banana associata con i diuretici provoca palpitazioni, i latticini inibiscono l’assorbimento di alcuni antibiotici, alcune verdure come la rapa, i fagioli, i broccoli, i cavoli creano problemi se associati con gli anticoagulanti.
    In questo modo si va incontro ad intossicazioni dovute ad elementi estranei al corpo che possono provocare una reazione chimica violenta con l’instaurarsi, a volte, di altre patologie.
    Sapete che spesso il nome del prodotto alimentare non ha nulla a che fare con ciò che c’è dentro?
    Aziende alimentari fanno prodotti come “Guacamole Dip” (salsa di avocado) che non contiene avocado! Sono fatti, invece, con olio di soia idrogenata e colorante chimico verde. Ma ingenui consumatori comprano questi prodotti, pensando di prendere salsa di avocado, in realtà stanno comprando colorante verde, squisito dietetico veleno.I nomi dei cibi possono includere parole che descrivono ingredienti che nel cibo non ci sono per niente. Un cracker al formaggio, per esempio, non deve necessariamente contenere del formaggio. Qualcosa di “cremoso” non deve contenere la crema. Un prodotto alla frutta, non ha bisogno di contenere nemmeno una singola molecola di frutta. Non fatevi ingannare dai nomi dei prodotti stampati sulla confezione. Questi nomi sono ideati per vendere i prodotti, non per descrivere gli ingredienti contenuti in essi


    UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE

    comporta il benessere di tutto l'organismo, Noi siamo quello che mangiamo! Pertanto l'uso di cibi non tollerati dal nostro organismo è una tra le prime cause dei nostri malesseri. E' per questo che il nostro studio si è altamente specializzato nella ricerca delle intolleranze alimentari che troppo spesso vengono trascurate sia dal paziente che dalla medicina allopatica tradizionale. Una di queste è l'acidità anomala che produciamo, causata da un’ errata digestione: si espande sempre più e sembra essere la causa principale di alcune malattie perchè impedisce la normale attività del sistema immunitario

    Le conseguenze di una acidità anomala sono molte, dalle più banali come un leggero reflusso gastrico, una leggera ma persistente stitichezza, sonnolenza post prandiale o un gonfiore antipatico del ventre, alle gravi patologie come un'alterazione del normale equilibrio esistente nell'organismo fra basi ed acidi fra cui l'acidità del colon (si parla di colon irritabile o ulceroso).

    Ad esempio l'Acidosi respiratoria è causata da difficoltà ad eliminare, con la respirazione, quantità adeguate di anidride carbonica, per cui un eccesso della stessa si accumula nel sangue: la si può notare nell'ASMA BRONCHIALE e nelle malattie delle alte vie respiratorie. L'Acidosi Metabolica è la conseguenza di una elevata produzione di acidi, come nel DIABETE MELLITO non controllato o nelle forme gravi di denutrizione; può anche verificarsi per difettosa eliminazione di acidi attraverso le URINE o per eccessiva perdita di bicarbonati come nella DIARREA.

    Malattie del tipo sclerosi, sclerodermia, psoriasi, meteorismo e fibromialgia, ecc. si sono risolte eliminando l'acidità anomala.

    Un altro fattore può essere l'acidità dell'intestino tenue, esattamente nella zona di assorbimento degli alimenti, con conseguente mal assorbimento di acidi che invadono così tutto l’organismo.

    Il segno più evidente può essere evinto dalla pelle secca ed acida, indice di mancanza di vitamina F, o da alterazione nell' attività di varie parti del corpo, dagli occhi alla bocca, dagli arti al cranio, dalla saliva ai vari organi in generale ( fegato, milza, pancreas, polmoni, ecc.).

    Deduciamo, dunque, che l' alimentazione è e deve essere alla base della salute, un’ alimentazione corretta è lo scopo di una vita lunga, serena e con poche malattie, ma mai importanti; inoltre, è possibile eliminare ogni forma di acidità anomala aiutandosi con un’ alimentazione appropriata e studiata.

    Per sapere quale alimentazione è necessaria per eliminare l'eccesso di acidità, è necessario uno studio non invasivo e assolutamente indolore (Test di Intolleranza) ed un appoggio terapeutico con la collaborazione del proprio medico curante.

    Si sente spesso parlare di allergie ed intolleranze alimentari quasi come fossero sinonimi, mentre in realtà sono due patologie ben distinte anche se talvolta possono manifestare alcuni sintomi simili.

    Sicuramente, da recenti studi, sia le allergie che le intolleranze alimentari appaiono in costante crescita nella popolazione adulta e appaiono collegate alle nostre abitudini alimentari. Quando si può parlare di allergia alimentare e quando, invece, è più corretto usare il termine intolleranza alimentare? Vediamo le differenze che contraddistinguono queste due patologie.

    LE ALLERGIE

    I disturbi si manifestano rapidamente subito dopo l'ingestione o il contatto di un particolare alimento ed è quindi più facile collegarli al cibo ingerito.

    Le reazioni dell'organismo, oltre ad essere immediate, sono, solitamente, violente e ripetute ad ogni assunzione.
    Producono Shock Anafilattico e di solito rispondono ai tradizionali Test Allergici Cutanei e quindi, sono anche relativamente più facili da individuare.

    Sono molto meno frequenti delle intolleranze alimentari.

    I sintomi delle allergie alimentari sono simili a quelle provocate in chi soffre di allergia ai pollini: arrossamenti pruriginosi della pelle, eczemi, gonfiori, orticaria e dermatiti; ma anche irritazione delle labbra e della bocca o problemi respiratori (riniti, congiuntiviti, asma) o problemi gastrointestinali (nausea, vomito, dolori addominali e diarrea ). Un esempio classico di allergia alimentare è quello di chi, allergico alla fragola, ne mangia anche solo un pezzettino: dopo pochi minuti tutto il suo corpo sarà preda dell’ orticaria. Cibi tendenzialmente allergizzanti possono essere: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, fragole, pesche, pomodoro ecc.

    Per individuarle è necessario effettuare i tradizionali test per le allergie (prick test sulla pelle o Prist e Rast sul sangue).

    L'unica terapia consiste, ovviamente, nell'escludere l'alimento verso cui la persona è allergica dalla dieta per sempre. Di questa patologia ne soffrono 5 italiani su 10.

    LE INTOLLERANZE

    I disturbi da Intolleranze Alimentari, invece, compaiono dopo un certo periodo di tempo dal consumo dell'alimento responsabile. Accade, infatti, che l'organismo mette in atto una serie di meccanismi compensatori per cui riesce a tollerare una determinata sostanza fino a quando, superato un certo limite (che viene definito livello di soglia) si arriva alla manifestazione del disturbo.

    Sono molto frequenti, si calcola che ne soffrano 8 italiani su 10 e sembrano essere in continuo aumento.

    Spesso sono correlate a disordini del Peso Corporeo, sia in eccesso che in difetto.

    I disturbi legati alle intolleranze sono diversi da quelli delle allergie, sono meno acuti, tendono a ripetersi nel tempo e sono difficilmente collegabili all' assunzione di un determinato alimento. Si manifestano quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata (stanchezza, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, ecc.) o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria, ecc.) o tosse, rinite e asma.

    Essi sono riconducibili all'accumulo nel tempo delle sostanze responsabili di Ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la "dose soglia". A causa di questo periodo di latenza, spesso risulta difficile accettare e comprendere come si possa "improvvisamente" diventare intolleranti ad un cibo comunemente introdotto quotidianamente o meglio molto frequentemente (frumento, olio di oliva, latticini, ecc.).

    Non è semplice individuare l'intolleranza alimentare visto che, come abbiamo notato, non provoca sintomi precisi, unici e riconducibili facilmente ad essa. Statisticamente gli alimenti che più frequentemente possono causare intolleranza sono: latte e latticini, lieviti, frumento, olio di oliva, pomodoro, contatto con alcuni metalli.

    Vi sono attualmente diversi esami per "scoprire" se si soffre di una intolleranza alimentare ma senz'altro il più preciso ed affidabile è il Test delle Intolleranze mediante Apparecchio Mora Super. Con questo sistema in circa un' ora possiamo fare un check-up bioenergetico e disegnare una mappa alimentare del paziente sulla quale impostare poi un' adeguata dieta.

    Per la terapia delle Intolleranze, l'esclusione dell' alimento “incriminato” dalla dieta è temporaneo e non definitivo come nelle allergie. Infatti, per ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico, è necessario astenersi rigorosamente per almeno 2-3 mesi dall' assunzione dell’alimento verso cui si è intolleranti, peraltro anche nelle sue forme nascoste (es. siero di latte nel prosciutto cotto) . Inoltre le sedute per i test con apparecchiatura E.A.V aiuteranno a risolvere nel più breve tempo i disturbi legati alle intolleranze ed il paziente potrà tornare ad assumere l'alimento precedentemente escluso.

    Spesso accade che le intolleranze alimentari creino patologie che spesso non si ritiene essere causate da questo fenomeno (ricordiamo che le reazioni di intolleranze alimentari e chimiche si verificano spesso dalle 2 alle 96 ore dopo l’assunzione) come reazioni cutanee improvvise senza un valido motivo oppure prurito in zone delimitate quali un punto più sensibile e delicato del vostro corpo.


    La legge sanitaria afferma che questi componenti aggiunti non sono nocivi per l'essere umano se non si supera una percentuale del 5% come dosaggio.
    C'è da chiedersi; se per ogni alimento io riscontro un 5% di additivi aggiunti etc.e mangio un primo un secondo, affettati e quant'altro supero a questo punto il fatidico 5 %.
    quanto poi se un componente aggiuto e tossico che sia al'1% oppure al 100% comunque e tossico.


    Quindi il mio consiglio è soprattutto quello di imparare a leggere bene le etichette riportate su tutte le confezioni.


    SEGNI E SINTOMI CHE POSSONO INDICARE INTOLLERANZE ALIMENTARI E/O CHIMICHE


    sintomi generali : stanchezza generale; sonnolenza post-prandiale; ritenzione idrica; gonfiori agli arti; borse oculari; aumento della sudorazione; aumento della salivazione; intolleranze protesi dentarie; amalgame dentarie.

    sistema digestivo: diverticolosi intestinale; colite spastica; colon irritabile; meteorismo; acidosi; alitosi dispepsìa; stipsi.

    sistema nervoso : cefalea; ansia; depressione; irritabilità; scarsa memoria; difficoltà di concentrazione.

    pelle : prurito locale e generalizzato; acne; eczema; dermatiti; psoriasi; lesioni dermatologiche.

    inestetismi cutanei : cellulite; obesità.


    alcuni cibi e le sue associazioni innescano un processo che può alterare il metabolismo e aggravare una sofferenza intestinale e circolatoria.
    i vari sintomi si possono verificare fino a 72-96 ore dopo l'assunzione del prodotto non tollerato.
    non servono controlli quantità, diete uguali per tutti.per smaltire grasso e cuscinetti
    bisogna trovare un equilibrio alimentare INDIVIDUALE puntando soprattutto sulla qualità.

    1. Soffrite di mal di testa più di una volta al mese? Soffrite di emicranie ricorrenti?
    2. Avvertite problemi respiratori durante l'esercizio fisico (fiato corto)?
    3. Manifestate reazioni d'insofferenza a: fumo, profumi, odori, esalazione di sostanze chimiche?
    4. Soffrite di secrezione nasale costante (rinorrea)?
    5. Soffrite di prurito agli occhi e/o avete secrezioni oculari acquose?
    6. Presentate problemi della cute, quali eczemi, arrossamenti, pruriti, lesioni papulo-eritematose?
    7. Soffrite di prurito o perdite vaginali (per le donne)?
    8. Soffrite di uretrite o bruciore durante la minzione (per gli uomini)?
    9. Avvertite dolori alle anche o spasmi muscolari ricorrenti?
    10. Vi sentite sempre troppo stanchi oppure depressi?
    11. Avete difficoltà di concentrazione, a focalizzare concetti o idee?
    12. Avvertite bruciori o dolori di stomaco e la formazione di gas intestinali, specialmente dopo i pasti?
    13. Soffrite di diarrea o stitichezza? Oppure vi hanno formulato diagnosi di colon irritabile o colite idiopatica?
    14. Soffrite di dolori articolari e/o di artralgie migranti, eventualmente diagnosticate come artrite?
    15. Siete ansiosi, agitati o sempre in movimento (nei bambini questo comportamento è definito ipercinetico o iperattivo)?
    16. Soffrite di "febbre da fieno" o altre forme allergiche?
    17. Siete ipersensibili alle polveri e/o alle muffe? I sintomi conseguenti si aggravano nei luoghi umidi?
    18. Soffrite di tachicardia post-prandiale (irregolare aumento dei battiti cardiaci dopo i pasti)?
    19. I vostri familiari soffrono di allergie alimentari o da inalanti, in particolare di "febbre da fieno"?
    20. Soffrite di infezioni ricorrenti ( più di due volte l'anno)?
    21. Siete mai stati colti da svenimenti o giramenti di testa?
    Se si risponde "SI" ad almeno 3 domande è molto probabile un'intolleranza alimentare

    Renato Ventura
    Bioterapeuta Contattologo Fitoterapeuta Iridologo ottico

    Edited by Centro Benessere Kundalini - 8/11/2010, 19:50
     
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0 replies since 21/10/2008, 09:53   1116 views
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