Arsenico nell'acqua, concessa la deroga nel Lazio. Ma quali sono i rischi?

LAZIO E DINTORNI STATE TRANQUILLI LO STATO PENSA A VOI

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Centro Benessere Kundalini
     
    .

    User deleted


    Arsenico nell'acqua, concessa la deroga nel Lazio. Ma quali sono i rischi?

    COMMENTO: Bene da oggi tutti gli abitanti della regione Lazio e dintorni possono dormire tranquilli NON SARANNO PIU' MALATI PER CAUSA DELL'ARSENICO NELL'ACQUA, ora cercatevi un'altra scusante ABITANTI per dire che siete malati ....
    ____________________________________________________________________________________

    Arsenico nell'acqua, concessa la deroga nel Lazio. Ma quali sono i rischi?
    Deciso dalla Commissione europea l'innalzamento temporaneo del valore nella regione. I quantitativi dovranno rientrare nei limiti previsti dalla normativa vigente entro il 31 dicembre 2012. Una ricercatrice Inail (ex Ispesl) spiega caratteristiche e pericoli di questa sostanza tossica
    acqua

    ROMA - Si torna a parlare di arsenico nell'acqua potabile. La Commissione europea ha concesso alla Regione Lazio la deroga sul contenuto di questo semimetallo nell'acqua da erogare. Il limite è stato innalzato dai 10 microgrammi per litro previsti dalla direttiva 98/83/CE, a 20 mc per litro. Bocciata lo scorso ottobre, la richiesta è stata accolta pochi giorni fa. Ma solo temporaneamente: entro il 31 dicembre 2012 i valori di arsenico contenuti nell'acqua di alcune zone del Lazio dovranno tornare nei limiti consentiti dalla normativa comunitaria, ovvero 10 microgrammi per litro. La motivazione fornita dall'Italia a sostegno della richiesta di innalzamento dei limiti, come si legge nella decisione Ue, si riferisce al fatto che i valori superiori sono da considerarsi di "origine geogenica e che la fornitura di acqua non può essere garantita con mezzi alternativi".

    Niente deroga per neonati e bambini fino a tre anni di età. Il commissario europeo all'Ambiente Janez Potocnik ha affermato che la deroga "è stata valutata sulla base di dati scientifici dell'Organizzazione mondiale della sanità" e che non sono concessi limiti superiori ai 20 mc/litro "perché potrebbero causare danni alla salute". La decisione di Bruxelles si inserisce nella vicenda che ha visto coinvolti 91 comuni del viterbese, dei Castelli e della provincia di Latina, in cui la concentrazione di arsenico nell'acqua aveva superato i limiti di legge, con soglie che in alcuni casi avevano oltrepassato i 40 mc per litro.

    Arsenico: dove si trova? "L'arsenico presente nell'ambiente può derivare dall'attività dell'uomo o da attività biologica e vulcanica. Motivo per cui è presente nella zona del viterbese e dei Castelli", spiega Elena Sturchio, biologa e ricercatrice Inail (ex-Ispesl) presso il dipartimento Installazioni di produzione e insediamenti antropici (Dipia). "La forma chimica in cui si presenta è direttamente connessa alla sua tossicità: quella organica è potenzialmente meno dannosa, l'arsenico inorganico, invece, può causare lo sviluppo di patologie cancerogene. Infatti, l'Agenzia internazionale per la Ricerca sul cancro (Iarc), basandosi sulle evidenze nell'uomo, ha classificato l'arsenico inorganico come un cancerogeno di gruppo I". Ed è questa la ragione per cui la legge stabilisce dei limiti di concentrazione nelle acque potabili. "Gli effetti avversi", sottolinea Sturchio, "dipendono dalla dose, dalla durata e dalla frequenza di esposizione, dal tipo di abitudine alimentare della popolazione, e possono variare da effetti gravi di tipo neoplastico a carico di pelle, polmone o vescica, a effetti neurologici, cardiovascolari e respiratori". Qual è, dunque, la principale fonte di esposizione ad arsenico inorganico? "Nella prevalenza dei paesi europei ed extraeuropei è appunto l'acqua destinata al consumo umano", prosegue la ricercatrice. L'inquinamento da arsenico può, poi, verificarsi in aree più circoscritte e a causa di attività industriale. "Le industrie di ceramiche, quelle produttrici di componenti elettronici, le industrie di cosmetici e tessili, i colorifici e le vetrerie liberano notevoli quantità di arsenico nell'ambiente. Inoltre - conclude Sturchio -, la sua presenza nell'ambiente è legata all'attività mineraria, alla fusione dei metalli, alla combustione dei rifiuti, alla produzione di energia con combustibili fossili, all'utilizzo di insetticidi, erbicidi e fungicidi a base di arsenico, di fertilizzanti, utilizzati in pieno campo, ma soprattutto in serra per la difesa di specie floricole ad alto reddito". (Fonte Inail)

    (3 maggio 2011)
    www.superabile.it/web/it/REGIONI/La...1802936529.html

    Edited by Centro Benessere Kundalini - 6/5/2011, 20:17
     
    .
0 replies since 4/5/2011, 11:33   118 views
  Share  
.