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Forlì - "Chiarezza sul caso diossine"
Gagliardi (Pdl) interroga il presidente Bulbi e anche Rimini si butta sul caso
FORLI’ - Dopo il ritrovamento “di diossine in quantità oltre i limiti in polli, uova e latte materno” nei dintorni dell’inceneritore Hera di Forlì, i grillini si concentrano sul termovalorizzatore riminese. Ausl, Arpa e Hera hanno già parlato di “valori nella norma” per quanto riguarda Forlì, ma il Movimento non molla e, sostenuto dalla oncologa Patrizia Gentilini, dice di attendere i dati che l’azienda di protezione ambientale dell’Emilia-Romagna ha già annunciato “entro luglio” sulle emissioni come risultato dell’analisi Moniter (400 mila casi studiati). Posto che “manca un’indagine epidemiologica seria sugli effetti degli inceneritori”, il M5s aveva chiesto, invano, di discutere insieme con Hera “una soluzione diversa piuttosto che approvare l’ormai famosa quarta linea di Raibano”. I ’grillini’, a questo punto, si chiedono se non c’entri “il fatto che il signor Edolo Minarelli sia passato da direttore Arpa a presidente di Hera Rimini”. Moltissime poi sarebbero state le telefonate ricevute da Rimini, da madri e future mamme preoccupate per la presenza degli inquinanti a terra attorno a Raibano”, riporta il Movimento 5 Stelle.
Intanto, la questione delle emissioni dell’inceneritore a Forlì finisce in Provincia. Il capogruppo del Pdl Stefano Gagliardi interroga il presidente provinciale, Massimo Bulbi, per chiedere se non ritenga opportuno ”convocare l’apposita commissione consiliare per discutere l’argomento con tutte le parti in causa, anche al fine di chiarire” diverse cose. Ad esempio, prosegue Gagliardi, ”in quali località sono stati raccolti i dati da parte di Arpa e Ausl”. Oppure, ”se è vero che Arpa non ha tuttora la strumentazione atta a campionare le emissioni di diossine secondo le norme europee e, quindi, non sarebbe in grado - ipotizza il capogruppo Pdl - di indicare il reale flusso di massa di diossine e l’impatto che ha sull’ambiente”.
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