E.coli, dal giallo dei germogli

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    COMMENTO :
    Tutti cercavano la motivazione del perché gli istituti di controllo alimentare e sanitario incolpavano la filiera agroalimentare della famiglia dei vegetali. Manovra politica? tentativo di depistaggio ? tentativo di convincere chi tenta di alimentarsi e/o curarsi con una alimentazione sana e biologica? Le manovre sono tante ma.....
    Una cosa mi è saltata all'occhio leggendo questo articolo...

    E.coli, dal giallo dei germogli
    tutte le regole per evitare rischi
    Le autorità tedesche sono convinte di aver individuato il colpevole dell'epidemia ed hanno revocato l'allerta per tutti gli altri prodotti. Come evitare rischi futuri? Parla l'esperto a capo del laboratorio dell'Iss che ha partecipato alla caccia al batterio killer

    di IRMA D'ARIA
    ROMA - Il mistero del batterio killer, che ha contagiato oltre tremila persone e fatto più di 30 vittime, sembra finalmente essere stato risolto. Le autorità sanitarie tedesche sono convinte che alla base dell'epidemia ci siano dei germogli di erba medica, lenticchie, fagioli e fieno greco coltivati in un'azienda biologica della Bassa Sassonia che riforniva diversi ristoranti dai quali il contagio è poi partito attraverso il consumo nelle insalate. "L'ipotesi dei germogli - spiega Alfredo Caprioli, a capo del laboratorio dell'Istituto superiore di sanità, centro di riferimento europeo sull'Escherichia coli - è sempre stata quella più plausibile anche perché, vista la loro delicatezza, non sono coltivati in terra, ma in vaschette con acqua e sali nutrienti, a temperature abbastanza elevate. In pratica, è lo stesso metodo che utilizziamo noi in laboratorio per coltivare un batterio: è l'habitat ideale".

    Esiste un rischio italiano? - Quello dei germogli, come sottolinea la Coldiretti, in Italia è un mercato di nicchia, relegato alla cucina etnica ed ai vegetariani che ne ricercano il rilevante apporto di proteine. Si mangiano soprattutto in estate da soli o come condimento e sono venduti in buste, vassoi o in scatola, ma recentemente si è diffusa anche la coltivazione casalinga. I prezzi variano dai 4 ai 6 euro al chilo per il prodotto venduto in vassoi e nei supermercati è possibile acquistare germogli di produzione nazionale. E' il caso per ora di evitarne il consumo? "Vale lo stesso ragionamento di quando si ipotizzava che i colpevoli fossero i cetrioli - dice Caprioli - : per ora il caso riguarda solo i germogli prodotti da una singola azienda. Quindi non è necessario eliminarli dall'alimentazione, ma magari per precauzione non li darei ai bambini anche perché questi alimenti sono una fonte di infezione frequentemente riscontrata nel passato come causa di focolai epidemici associati a diversi patogeni a trasmissione alimentare come la salmonella e l'escherichia coli O157".

    Precauzioni igieniche - Buona parte della produzione ortofrutticola è stata danneggiata dal panico diffuso sui mercati dopo il primo allarme tedesco. Ora si può approfittare anche del crollo dei prezzi per ricominciare a mangiare insalate, cetrioli e pomodori e tutta la verdura fresca, sui quali persino la Germania ha revocato l'allerta. Conviene, però, a prescindere dalla crisi dell'E.coli, usare sempre delle precauzioni quando si mangiano dei prodotti non cotti: "La cottura completa di verdure e carne - precisa Caprioli - distrugge i batteri che potrebbero causare infezioni". Tutte le verdure (inclusi ortaggi e germogli) che mangiamo fresche, invece, devono essere lavate bene sotto abbondante acqua corrente potabile.

    I prodotti italiani - Nel caso dei germogli, che sono piccoli e delicati, bisogna lavarli per immersione magari facendogli fare più "bagni" in abbondante acqua potabile. L'esperto consiglia prudenza anche sui cosiddetti prodotti di quarta gamma, ossia insalate e verdure in busta pronte da mangiare: "Anche se in etichetta c'è scritto che sono già lavate - dice Caprioli - io preferisco sciacquarle nuovamente specie se si tratta di verdure che si mangiano crude". E poi c'è l'igiene delle mani che vanno lavate con cura ed asciugate bene utilizzando canovacci da cucina o asciugamani di cotone che vanno poi lavati a 60°.

    Le autorità sanitarie italiane non hanno ritenuto necessario adottare restrizioni sulle produzioni italiane, inclusi i germogli. Del resto, secondo un'indagine Coldiretti/Swg, il 91% degli italiani si fida di più del cibo prodotto in Italia perché lo ritiene più fresco (25%), garantito da maggiori controlli (25%) e più sicuro perché rispetta leggi più severe (19%). "In questo caso specifico - chiarisce l'esperto dell'Iss - visto che da un mese e mezzo l'epidemia è circoscritta in Germania basterebbe evitare prodotti provenienti da quella regione".

    L'Ue al Laboratorio dell'Iss - Inoltre, il sistema di controlli italiano viene ritenuto sicuro anche dall'Unione europea. Pochi giorni fa, il commissario Ue per la salute e la tutela dei consumatori, John Dalli, nel corso di una visita ha ribadito l'apprezzamento per il contributo del laboratorio di riferimento dell'Istituto superiore nel fronteggiare l'epidemia scaturita dal focolaio di E. Coli in Germania. "Il metodo che abbiamo elaborato - spiega Alfredo Caprioli - è un metodo di eccellenza, in quanto riesce a stabilire entro 24 ore se un alimento è negativo, ovvero se in esso non vi sono tracce del batterio incriminato ed entro 30 ore (un tempo record) se esso è positivo. In tal caso si rinvia alle analisi di conferma".

    link riferimento
    http://www.repubblica.it/salute/2011/06/11...perto-17545944/
     
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0 replies since 12/6/2011, 09:19   80 views
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