Biotecnologie e loro diffusione nel mondo OGM

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Biotecnologie e loro diffusione nel mondo

    Charles Benbrook, Organic Center

    ("Affermare che non vi sia cibo più scrupolosamente testato degli Ogm è quantomeno risibile")

    08/07/11
    Stati Uniti: l'USDA deregolamenta a sorpresa la prima varietà gm di erba da prato, e forse molto altro
    Fonte: InfOGM, Mother Jones, Union of Concerned Scientists

    Il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) ha deregolamentato una varietà di erba da giardino geneticamente modificata per tollerare l'erbicida Roundup (in inglese “Kentuky blue grass”). Le imprese, cioé, potranno mettere in commercio la pianta gm senza dover ne' chiedere ne' ottenere alcuna autorizzazione. Ma questa decisione tracsura una serie di problematiche :
    - il problema dell’inquinamento da pesticidi (aggravato- non lenito come promesso dall’industria_ dalla massicia adozione di piante Roundup Ready nel paese
    - il problema delle infestanti resistenti al glifosate che oggi ingombrano milioni di ettari di terreno e possono essere eliminate solo manualmente o con erbicidi un tempo caduti in disuso perchè troppo tossici;
    - il rischio della contaminazione genetica legato all'estrema volatilità del polline della pianta, capace di viaggiare fino a 21 km di distanza secondo rilevazioni dell'EPA.
    Le conseguenze più preoccupanti, tuttavia, potrebbero riguardare il regime di controllo degli Ogm, che attraverso questa vicenda viene del tutto annullato. Istruttiva a questo proposito l'analisi proposta da Doug Gurian-Sherman (vedi articolo "Wait, Did the USDA Just Deregulate All New GM Crops?") dell’ "Unione degli scienziati responsabili"[i]

    29/07/11
    Stati Uniti: delude il verdetto della Corte d'appello federale sui brevetti sui geni BRCA1 e 2
    Fonte: PUBPAT, UCLA, CRG

    Con decisione adottata a maggioranza una corte di appello federale ha parzialmente rovesciato la sentenza (di una corte di grado inferiore) sulla controversia riguardo i brevetti su due geni umani associati ad alcune forme ereditarie di cancro al seno e all'ovaio (BRCA1 e BRCA2).
    Due dei tre giudici che componevano la giuria, infatti, hanno sposato la tesi della brevettabilità dei geni umani, stimando che una volta isolati dal DNA essi diventino entità chimiche differenti da quelle presenti in natura. Di diverso avviso, ma in minoranza, il giudice William C. Bryson secondo cui: "Estrarre un gene è come staccare una foglia da un albero [...]; strapparla prima del tempo non ne fa comunque un'invenzione umana". La giuria ha invece bocciato all'unanimità i brevetti sui metodi di analisi e comparazione delle due sequenze geniche, non brevettabili secondo i tre giudici in quanto processi mentali astratti.

    Il ricorso contro l'Ufficio Marchi e Brevetti USA, la Myriad Genetics e la Utah Foundation (detentrici dei brevetti sui geni BRCA1 e BRCA2) è stato intentato nel 2009 dal PUBPAT (Fondazione pubblica sui brevetti) e dall'UCLA (Sindacato americano per il rispetto delle libertà civili) in rappresentanza di una vasta coalizione di scienziati e cittadini. Secondo i ricorrenti, i brevetti sui geni umani rallentano, ostacolano e talvolta sopprimono interi filoni di ricerca poiché i titolari dei brevetti possono decidere a propria discrezione se consentire lo studio dei geni da parte di terzi e a quale costo. Essi, inoltre, limitano la possibilità di accesso dei cittadini a cure e informazioni mediche. In virtù dei diritti di brevetto conferitele dall'Ufficio Marchi e Brevetti nel 1998, ad esempio, la Myriad Genetics esercita totale monopolio su un test che permette di rilevare la predisposizione genetica delle donne al cancro al seno e all'ovaio. E', cioè, l'unica società abilitata a somministrarlo (al costo per molti proibitivo di 3.000 dollari), l'unica a poter stabilire quali siano i criteri in base a cui debba essere condotto (ad esempio quali mutazioni debbano essere prese in considerazione) e l'unica a poter decidere che uso fare dell'ingente mole di dati acquisita negli anni. Secondo ACLU e PUBPAT tale stato di cose configura la violazione del Primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce la libertà della ricerca scientifica e il libero scambio di conoscenza e idee, e della legge federale sui brevetti, che consente la brevettazione delle invenzioni umane ma non quella di elementi naturali.

    Uno studio del 2005 ha dimostrato che oltre 4.000 dei circa 24.000 geni umani sono stati brevettati (quasi il 20% del corredo genetico umano). Oltre ai geni BRCA sono stati brevettati geni associati all'Alzheimer, all'asma, ad alcune forme di cancro al colon, di distrofia muscolare ecc ...
    Le organizzazioni stanno valutando se chiedere alla corte di appello di esaminare nuovamente alcuni aspetti del caso trascurati nel primo giudizio o se ricorrere alla Corte suprema.

    07/11
    Nazioni Unite: il Codex Alimentarius emana linee guida per l'etichettatura degli Ogm
    Fonte: Organic Center (www.organic-center.org <http://www.organic-center.org/> )

    Dopo 20 anni di trattative il Codex Alimentarius ha adottato linee guida internazionali per l'etichettatura dei cibi geneticamente modificati. La svolta è avvenuta il 5 luglio del 2011, quando la delegazione statunitense ha inaspettatamente lasciato cadere la propria tradizionale opposizione al provvedimento. Da questo momento gli stati che lo vorranno potranno etichettare gli Ogm senza essere accusati di ostacolare il commercio internazionale dinanzi al WTO (Organizzazione mondiale del Commercio), purché siano rispettate le nuove linee del Codex.

    Michael Hansen del "Sindacato dei consumatori" saluta con entusiasmo la notizia. L'uso di etichette di riconoscimento per i prodotti gm, infatti, permetterà ai cittadini di sapere se hanno consumato Ogm e di riportare alle autorità reazioni allergiche o avverse di altro tipo. Esponenti dell'industria, dei media e della scienza, invece, si affrettano a sminuire la portata dell'evento rispolverando luoghi abusati della propaganda pro Ogm (la sostanziale equivalenza tra prodotti gm e tradizionali, l'affermazione secondo cui i prodotti gm sarebbero più innocui e/o più approfonditamente testati di quelli normali ecc ...).

    Charles Benbrook, ricercatore scientifico senior dell'Organic Center e già presso l'USDA, sottolinea che le nuove linee guida potrebbero non avere consenguenze immediate negli Stati Uniti, mentre ne avranno certamente nei paesi in cui l'elaborazione di norme per l'etichettatura degli Ogm è già in corso. Benbrook, inoltre, condanna esplicitamente la disinvoltura con cui media autorevoli fanno falsa informazione sugli Ogm. Gli stessi dossier presentati dalle società di biotech agli organismi di controllo evidenziano, ad esempio, che il contenuto di elementi nutrizionali è spesso differente nelle piante gm. Per essere brevettabili, inoltre, le varianti transgeniche messe a punto dall'industria biotech devono esprimere proteine nuove o modificate che possono generare conseguenze sul piano nutrizionale o sanitario (una lieve modifica nella sequenza genica, ad esempio, può trasformare una normale proteina in un allergene alimentare).

    08/07/11
    Brasile: partecipanti al Vertice della terra esortano autorità nazionali a mantenere la moratoria su Terminator
    Fonte: Em pratos limpos, Vertice dei popoli
    (http://rio20.net/en/)

    Si è tenuto a Rio de Janeiro dal 30 giugno al primo luglio 2011 il seminario internazionale "Giustizia sociale e ambientale". Il seminario fa parte delle attività con cui la società civile si prepara, insieme a governi, capi di stato e organizzazioni non governative del circuito delle Nazioni unite, a partecipare al Vertice della terra, che sarà celebrato a Rio dal 4 al 6 giugno 2012, venti anni dopo il primo Vertice storico di Rio. La partecipazione attiva della società civile ai lavori di preparazione alla conferenza e successivamente alla conferenza stessa risponde all'obiettivo di allargare l'orizzonte del dibattito, evidenziando la necessità di adottare nuovi modelli di sviluppo e nuove forme di impegno collettivo.

    Durante il seminario internazionale di fine giugno i rappresentanti di oltre 150 organizzazioni hanno esortato le autorità brasiliane a tenere ferma la moratoria sulle sementi Terminator, anche in considerazione del fatto che il paese si prepara a ospitare la maggiore conferenza mondiale sullo sviluppo sostenibile e del ruolo di direzione recentemente assunto in seno alla FAO. La moratoria sulla tecnologia Terminator è stata istituita a livello nazionale nel 2005 con la Legge sulla biosicurezza, ma è oggi minacciata da un progetto di legge che mira a introdurre le sementi Terminator nel paese. La recente costituzione di una commissione speciale finalizzata ad accelerare il dibattito parlamentare sulla proposta fa temere che questa possa diventare a breve effettiva.

    Terminator è una tecnologia genetica messa a punto dalle multinazionali biotech per mantenere il controllo sulle sementi brevettate. Le piante geneticamente modificate con tecnologia terminator, infatti, producono sementi sterili non riutilzzabili dagli agricoltori. Esse presentano quindi gravi controindicazioni di ordine sociale e ambientale poiché riducono i contadini in condizioni di dipendenza, attentano alla biodiversità naturale e possono provocare alterazioni ambientali irreversibili incrociandosi con varietà tradizionali.

    Per tutte queste ragioni i 193 paesi aderenti alla Convenzione sulla diversità biologica hanno emanato una moratoria internazionale sulla tecnologia nel 2000. Il mantenimento della moratoria è stato appoggiato dal governo brasiliano in occasione dell'ultima Conferenza delle parti (COP10) di Nagoya. I partecipanti al seminario internazionale hanno chiesto alle autorità legislative ed esecutive brasiliane di continuare a sostenerla a livello nazionale mantendo il testo della Legge sulla biosicurezza e rigettando la proposta di legge del deputato Candido Vaccarezza, e internazionale adottando una posizione chiara e ferma nell'ambito della Convenzione sulla biodiversità biologica.

    07/11
    Ungheria: distrutti su mandato del governo 1000 ettari di mais contaminati da Ogm
    Fonte: InfOGM (www.infogm.org <http://www.infogm.org/> )

    Secondo quanto ha dichiarato il Segretario di Stato aggiunto al Ministero dello sviluppo Rurale, Bognar Lajos, oltre 1000 ettari di mais sono stati distrutti perché contaminati da Ogm. Il mais tradizionale, contaminato da eventi transgenici appartenenti alla Pioneer e alla Monsanto è stato seminato da ignari agricoltori in diverse regioni del territorio nazionale. Le autorità stimano che altri 2.500 ettari di mais siano stati ugualmente contaminati e promettono ulteriori ispezioni.
    Inutile il tentativo di fermare il provvedimento da parte dell'unità ungherese della Monsanto.
    Secondo le autorità, la distruzione delle piante è avvenuta prima della fioritura del mais, in tempo per scongiurare il propagarsi della contaminazione, ma gli agricoltori criticano la scarsa tempestività degli interventi. La stagione è infatti avanzata ed essi non avranno più modo di mettere a coltura nuove piante di mais. Il Ministro dell'Agricoltura Endre Kardevaàn ha dichiarato che gli agricoltori riceveranno risarcimenti per il raccolto perduto.
    La costituzione ungherese, adottata dal Parlamento a larga maggioranza il 18 aprile 2011, afferma: "Tutti hanno diritto al benessere materiale e fisico. Perché tale diritto trovi effettiva applicazione, l’Ungheria garantisce un’agricoltura senza OGM, l’accesso ad una alimentazione sana e l’acqua potabile”.

    02/07/11
    Messico: relatore speciale ONU per il diritto al cibo in visita nel paese chiede il ripristino della moratoria sul mais gm
    Fonte: Latinamerica Press (www.lapress.org/)

    Il relatore speciale per il diritto al cibo delle Nazioni unite ha esortato il governo messicano a ripristinare la moratoria sul mais gm. A conclusione di una visita in Messico, Olivier De Schutter ha dichiarato che introdurre nell'ambiente varietà gm della coltura più importante del paese significherebbe mettere a rischio la biodiversità della pianta, da lui definita "bene di cruciale importanza dinanzi ai pericoli e alle incognite del cambiamento climatico", nonché strumento necessario per combattere la fame.
    Emanata nel 1998, la moratoria sul mais gm è stata revocata nel 2009 con la modifica della Legge sulla biosicurezza. Il provvedimento ha sollevato un'ondata di protesta nazionale e internazionale. A febbraio di quest'anno inoltre, gli stati di Michoacàn e Tlaxcala hanno proibito la coltivazione del vegetale transgenico entro il proprio territorio.
    "Nel lungo periodo, il continuo miglioramento delle varietà native attuato dai contadini mediante la conservazione, il riuso e lo scambio delle sementi che meglio si adattano ai diversi ambienti è essenziale per tutelare la popolazione dall'imprevedibile", ha dichiarato ancora De Schutter.
    Il relatore speciale per il cibo ha sottolineato, inoltre, che l'introduzione di semi gm sul mercato renderebbe gli agricoltori gradualmente dipendenti da sementi brevettate, costringendoli a utilizzare prodotti al di fuori dalla loro portata economica. Secondo De Schutter, infine, la politica agricola del paese nettamente sbilanciata a favore dei grandi produttori agricoli e degli stati più ricchi è "inaccettabile in un paese in cui l'80% della popolazione agricola possiede proprietà di dimensioni inferiori ai cinque ettari".

    06/11/11
    Germania: la BASF potrebbe abbandonare la ricerca sulle colture gm
    Fonte: Bloomberg

    La BASF potrebbe chiudere la propria attività di ricerca sugli Ogm in Germania. La più grande casa farmaceutica mondiale, infatti, sta decidendo le sorti di uno stabilimento di ricerca situato nella cittadina rurale di Limburgerhof (fondato nel 1914 e comprende 11.000 metri quadrati di serre e 40 ettari di terreno).
    All'origine della decisione, l'ascesa del partito dei Verdi in Germania e in particolare nello stato che ospita la struttura (Renania-Palatinato). Qui, a marzo scorso, i Verdi hanno triplicato i propri consensi. Secondo Ulrike Hoefken, ministro Verde dell'Ambiente nella regione: "Gli Ogm potrebbero essere come l'energia atomica: i rischi sono mascherati e si promettono grandi vantaggi, ma è la popolazione che deve vedersela con i costi causati dai loro danni".
    Altro fattore decisivo per la chiusura delle attività di ricerca sulle colture gm potrebbe essere il fallimento della patata Amflora. Autorizzata dalla Commissione europea nel 2010, a 10 anni dall'autorizzazione della prima e fino ad allora unica coltura gm (mais MON 810) coltivabile in UE, la patata si è scontrata con il secco rifiuto della popolazione e dell'industria. Interrogata più specificamente su questo punto, la responsabile per le comunicazioni della BASF Germania ha confermato l'intenzione di concentrare in scenari più favorevoli le attività di ricerca dell'industri: "A causa della difficile condizione degli Ogm in Europa, si è deciso già da tempo di non avviare progetti destinati esclusivamente al mercato europeo [...] nello scegliere dove impiantare progetti di ricerca e sviluppo, (la BASF) tiene conto del clima politico delle diverse regioni".


    [i] Tratto dall'articolo "Wait, Did the USDA Just Deregulate All New GM Crops?", Tom Philpott, Mother Jones

    La regolamentazione federale degli Ogm si regge sin dai tempi di Reagan sul "Coordinated Framework for Regulation of Biotechnology" ("Quadro di coordinamento per la regolamentazione delle biotecnologie"). A dispetto del nome, tale quadro è in realtà un miscuglio di regolamenti basato sull'idea che il controllo degli Ogm possa avvenire senza l'ausilio di nuove leggi. Il risultato è che l'USDA non regolamenta né le colture gm né quelle convenzionali, nonostante i rischi nuovi e totalmente diversi dei transgenici (valga per tutti l'esempio delle "super infestanti").
    Sin dall'inizio, tacitamente riconoscendo che le colture gm sono in realtà organismi differenti, l'USDA ha adottato uno stratagemma che le ha consenito di regolamentarle almeno nominalmente. Una legge risalente agli anni 50 ("Plant Pest Act") consente al Dipartimento di limitare l'uso di organismi che possono portare danno alla flora naturale se introdotti nell'ambiente. Tecnicamente le colture gm sono considerate "parassiti delle piante", in quanto gli scienziati dell'industria usano elementi derivati da patogeni naturali delle piante (ad esempio dal virus del mosaico del cavolfiore) come "promotori di DNA", cioè come sostanze che amplificano i tratti genetici introdotti nelle nuove colture (ad esempio la capacità di resistenza a erbicidi). Tali promotori (brevi sequenze di DNA) fanno sì che il tratto genetico desiderato sia sempre espresso, ma non sono presenti nella pianta ingegnerizzata. Il virus del mosaico del cavolfiore, cioè, utilizzato per potenziare il tratto introdotto nei baccelli di soia Roundup Ready, non comporta alcun rischio per le piante tradizionali di cavolfiore. Ciò vale anche per altre sostanze derivate da parassiti vegetali, utilizzate in altre fasi del processo della manipolazione e non presenti nel prodotto finale. Il "Plant Pest Act", quindi, è sempre stato solo un pretesto usato dall'USDA per imporre un minimo controllo sulle colture gm. Tutti i soggetti coinvolti (industria, autorità di controllo, ong, ecc ...) ne erano consapevoli, ma non si sono opposti trovando per ragioni diverse conveniente il mantenimento di questo stato di cose. Per l'industria, ad esempio, il "Plant Pest Act" è stato la "foglia di fico" dietro cui celarsi per affermare che le colture gm fossero adeguatamente regolamentate e giudicate sicure dalle autorità, per i detrattori degli Ogm l'unico strumento impugnabile per richiamare l'USDA al compito di imporre qualche forma di controllo sugli Ogm.
    Nel 2000, inoltre, il Congresso ha approvato il "Plant Protection Act", una legge che amplia l'esiguo potere di controllo dell'USDA introducendo la nozione di "pianta nociva" e prevedendo che quasiasi Ogm sucettibile di favorire il propagarsi di infestanti possa essere regolamentato. La finzione, tuttavia, è andata col tempo sempre più logorandosi perché l'industria ha iniziato a produrre Ogm senza usare parassiti, spogliando il Dipartimento dell'Agricoltura di qualsiasi capacità di intervento.
    Le decisione presa oggi dall'USDA sull'erba da prato gm modifica ulteriormente il quadro. In una lettera datata 13 settembre 2010, infatti, la "Scotts Miracle Gro" viola il tacito accordo venutosi a creare intorno al "Plant Pest Act" chiedendo che la sua erba resistente al glifosate sia deregolamentata perché "non è un pesticida, né vi sono pesticidi coinvolti nel processo di trasformazione". La richiesta è stata accolta dall'USDA il 1° luglio 2011. Successivamente, ovvero, l'8 luglio, l'USDA, ha deliberato che l'erba gm non è neppure una pianta nociva, nonostante abbia tutte le caratteristiche per propagarsi oltre ogni possibilità di controllo. E' venuto così a cadere anche l'altro argomento utile per imporre dei limiti alla coltivazione della pianta.
    In futuro, tale modo di procedere potrebbe essere applicato ad altre piante gm, non assoggettabili a vincoli perché non etichettabili come parassiti delle piante ne' come piante nocive. Ciò, d'altra parte, lascerebbe anche le organizzazioni della società civile prive degli argomenti necessari ad impugnare le autorizzazioni rilasciate dall'USDA.

    Equivita
    Comitato Scientifico Antivivisezionista
    Via P. A. Micheli, 62
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