L'UTILIZZO DEL TEST E.A.V

SERVIZIO IENE (ITALIA <1>)

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Il problema delle intolleranze comincia verso gli anni 80, con i primi casi di intolleranza ai cibi conservati.
    I sintomi, all’epoca, venivano scarsamente considerati dai medici anche perchè la relazione cibo/patologia era poco conosciuta,
    Dopo 20 anni, dopo un aumento costante dei casi di intolleranza, dopo continui test su alcuni alimenti ed effettuando trattamenti (perché, non essendo medici, non possiamo parlare di terapie) di drenaggio a livello epatico e/o metabolico insieme ad una adeguata educazione alimentare, oggi finalmente siamo in grado di risolvere molte problematiche semplici.
    Esistono varie tipologie di test di intolleranza, noi facciamo riferimento al test bioenergetico E.A.V.
    Dovreste ricordarvi il servizio sulle intolleranze effettuato dalle IENE nel mese di ottobre scorso.
    Era palese che potesse trattarsi di un servizio pilotato, tanto che abbiamo risposto agli autori, sia via fax, come richiesto, sia via e-mail, chiedendo spiegazioni e scuse da parte loro, naturalmente senza alcuna risposta.
    Qui riporto l'e-mail inviata:

    “Sono un'operatore del benessere con specializzazione in metodica EAV (test intolleranze alimentari e/o chimiche bioelettronico) e bioterapia, iscritto regolarmente ad un albo privato.
    Mi rivolgo a Voi anche a nome dei miei colleghi e operatori che svolgono la loro professione in maniera corretta e altamente professionale, distinguendosi da tutti gli apprendisti stregoni che ormai popolano il nostro Paese spacciandosi per nutrizionisti o dietologi.
    Ho avuto, mio malgrado, modo di vedere il servizio trasmesso dal Vs. programma sui test di intolleranza alimentare, servizio oltremodo scandaloso per il pressapochismo e la scarsa conoscenza dell'argomento con cui è stato affrontato.
    Premetto quanto segue:

    - sono stati effettuati quattro test differenti dalla Vs. inviata;
    - tutti e quattro, per chi non appartiene al settore e non conosce il mondo della nutrizione, apparentemente hanno dato risultati diversi;
    - per Vs. maggiore conoscenza, visto che l'età per imparare non finisce mai, specifico che tutti i quattro test effettuati hanno delle congruenze e analogie. Infatti, tutti e quattro mettono in risalto l'intolleranza al latte, latticini e proteine animali (latticini, latte e carne bovina nel test citotossico, latte nei test DRIA e del capello, grana, mozzarella (per chi non lo sappia o faccia finta di non saperlo sono derivati del latte) e agnello

    nel test bioelettronico; due test evidenziano le sostanze lievitate e il sale; due test evidenziano alimenti contenenti nichel o grassi vegetali idrogenati.

    Volendo stilare una relazione comune a questi test di intolleranza si rileva un'intolleranza ai lieviti, sale e prodotti salati, latte e suoi derivati, intolleranze che molto spesso causano problematiche quali gonfiori addominali, sovrappeso, coliti, cefalee, sonnolenza e pesantezza gli arti inferiori.
    Concludo, per non dilungarmi troppo, invitandoVi a svolgere un'accurata opera di documentazione prima di avventurarVi in servizi del genere, onde evitare che si possa pensare che anche il Vs. programma, sempre esaustivo nelle sue argomentazioni, sia pilotato come tanti altri.

    Invitiamo anche i sigg.ri medici, tramite Voi, a svolgere un'opera di reciproca collaborazione per il benessere psico-fisico delle persone ed evitare atteggiamenti denigratori, da entrambe le parti, che avrebbero unicamente lo scopo di confondere i pazienti. Non a caso, siamo uno dei pochi Paesi in Europa e, comunque, nel mondo industrializzato, a non riconoscere ancora una medicina diversa da quella allopatica, non considerando assolutamente il libero arbitrio dell'utente di rivolgersi, in maniera preventiva e sottolineo preventiva, dato che la cura spetta e continuerà ad essere appannaggio della classe medica, ad altre tipologie di operatori che svolgono la professione oggi in un contesto assolutamente deregolamentato.
    Ci dispiace invece per la signora inviata che ha perso un'ottima occasione per risolvere molti dei suoi problemi...
    Saluti
    Bioterapeuta Contattologo Iridologo Ottico
    RENATO VENTURA”


    Spieghiamo ora come utilizzare al meglio il TEST BIOENERGETICO E.A.V

    Esiste un luogo comune che recita, NOI
    SIAMO CIÒ CHE MANGIAMO;
    nelle grandi esperienze mediche di cultura orientale è possibile rilevare il sapiente uso del cibo come farmaco sia per riequilibrare che per curare specifiche malattie.

    Allo stato attuale la nostra società, proprio in accordo con tale empirica esperienza, mostra questa verità anche nell’andamento dell’incidenza delle problematiche; infatti sono in incremento le problematiche ad andamento sub-acuto e cronico, rispetto a patologie acute in genere.
    Questa variazione deve ritenersi legata alle modifiche ambientali e alimentari che stanno sottoponendo il nostro sistema immunitario ad un costante stress difensivo il quale ha abbreviato le prime fasi reattive infiammatorie e secretive con sempre più veloci passaggi a fasi di deposito mesenchimale.
    Sono motivo di preoccupazione: l’aumento dei consumi media-indotto, l’eccessivo impoverimento qualitativo dei cibi, la contaminazione ambientale, la potenziale tossicità dell’alimento nasce nel momento stesso in cui si modifica in qualunque modo l’integrità naturale dello stesso.

    La manipolazione, per non parlare della creazione artificiale dei cibi, produce intossicazione che non vuole dire solo patologia clinicamente traducibile, ma anche modifica comportamentale e sociale dell’uomo.
    Nessun cibo attualmente assunto può considerarsi privo di contaminazione e tale presenza ne varia le caratteristiche e di conseguenza ne modifica l’assorbimento.

    Il test EAV deve essere effettuato in maniera completa e approfondita; i tossici di derivazione alimentare interessano in particolare i plessi che devono essere testati in caso di loro coinvolgimento, partendo dal punto di controllo del sistema vegetativo sul vaso della degenerazione nervosa.
    Vanno ricercati diversi tossici come: funghicidi, pesticidi, insetticidi, PCB, micotossine, metalli pesanti, nitrosamine, tabacco e alcool.

    Alcune di queste sostanze possono essere causa delle prime manifestazioni cutanee infantili; sono note con il termine di segni atopici evidenti nella fase dell’allattamento e vengono ingiustamente attribuite solo ad una intolleranza del neonato al latte materno.

    Le carni, come si vede, possono contenere metalli pesanti specie nelle interiora, cadmio spesso nei reni di maiale e vitello, piombo nel fegato di capriolo, lepre, maiale.

    I pesticidi sono solubili nei grassi e le carni quindi vanno sgrassate.
    In tutte le carni troviamo farmaci, residui dei prodotti sintetici per l’ingrasso. Negli insaccati spesso in quelli in salamoia troviamo nitriti e nitrati, sempre negli insaccati da cucinare in acqua bollente troviamo i fosfati, Nel pesce troviamo il cadmio che come nelle carni, si ferma nelle interiora che solitamente non vengono assunte; però queste parti vengono trasformate in alimenti per pollame e suini.

    I metalli Il piombo si rileva in maggior misura nei pesci di acqua dolce, il mercurio nei pesci più grossi perché si accumula nel corso della vita del pesce; lo troviamo quindi nei tonni, ipoglossi, branzini, pesci di foce, anguille.
    I pesticidi organici clorurati come il DDT e i policlorofenili PCB si trovano nei grassi di tutti i pesci sia di fiume che di mare e ne sono a volte inquinati gli oli.
    I nitriti sono impiegati come sali nelle confezioni in salamoia acciughe aringhe ecc., mentre i bastoncini di pesce e i surgelati vengono trattati con fosfati.
    Negli allevamenti di trote e salmerini si usano farmaci antibiotici sulfamidici antiparassitari.
    Il latte vaccino contiene un campionario di tutte le sostanze ambientali nocive possibili, l’inquinamento principale è svolto dal mangime ad elevato potere nutritivo. A questo si aggiungono le irrorazioni di antiparassitari effettuate nelle stanze per i farmaci impiegati
    contro le affezioni delle mammelle. I metalli pesanti si trovano nel grasso del
    latte, burro, formaggi grassi.
    Le uova contengono sostanze tossiche che provengono da mangimi e dai lavaggi a cui vengono sottoposte.
    Il tuorlo contiene la maggior parte dei pesticidi; inoltre ci possono essere i coloranti naturali o di sintesi e i farmaci.
    Le farine e i cereali contengono metalli pesanti spesso negli involucri dei chicchi.
    Nella crusca sono rilevabili residui anche di gas che vengono usati nello stoccaggio, erbicidi che sono usati sistematicamente nella agricoltura e anche additivi come coloranti e tensioattivi sono presenti nelle farine.
    Anche nel riso, specie in quello non sottoposto a pilatura, sono reperibili pesticidi e metalli pesanti che si concentrano nello strato esterno della cariosside.
    Le verdure sono sicuramente ricche di sostanze nocive; questo dipende anche dalla stagione, dalla modalità di coltivazione e dal tipo di verdura.
    Metalli pesanti sono presenti nelle coltivazioni situate vicino a zone trafficate.
    Il quantitativo di piombo è spesso molto elevato, sia sulla foglia che nella radice.
    Il cadmio è spesso presente anche nei concimi a base di fosfati, i residui di pesticidi sono quasi sempre riscontrabili.

    Bisogna ricordare che durante la cottura, tali sostanze diventano volatili e vengono respirate anche da chi non ingerisce l’alimento.
    Spesso, come nel caso delle carote, i pesticidi organici clorurati facilmente solubili in grassi vengono sciolti dagli oli essenziali dell’alimento e vi rimangono.
    Per fortuna alcuni di essi ora sono vietati.
    Nelle verdure coltivate in serra, e sono la maggior parte in inverno, la presenza dei nitriti e dei nitrati è molto alta, specie in verdure a foglia larga ma anche melanzane, cetrioli, porri, rape, sedano.
    La frutta non viene risparmiata anzi sappiamo benissimo che contiene altissimi livelli di pesticidi riscontrabili anche nei succhi, ma la quantità maggiore è nella buccia e nel primo strato.
    Negli imballaggi si usa il bifenile e l’ortofenilfenolo, il tiabenzolo viene usato nel trattamento delle banane e degli agrumi.
    Le banane poi vengono fatte maturare con etilene gassoso.
    La frutta secca è trattata con anidride solforosa e solfiti, le noci possono contenere aflatossine e così anche le arachidi.
    Oli e grassi possono contenere alti quantitativi oltre che di pesticidi organici clorurati e policlorobifenili (PCB), anche di benzopirene e altri idrocarburi policiclici A tutto ciò sono da aggiungere gli additivi, i conservanti, i coloranti usati da tutta l’industria alimentare che, come si vede nell’elenco,
    producono documentati effetti negativi che vanno dalle allergie alla cefalea a fenomeni di irrequietezza specie nei bambini.
    Queste sostanze, tutte siglate con un numero e una lettera "E", spesso mettono in crisi i trattamenti desensibilizzanti perché sono assunte inconsapevolmente dal paziente che non può risalire dalla sigla al composto.
    Bioterapeuta Contattologo ottico
    Ventura Renato

    Edited by Centro Benessere Kundalini - 7/2/2011, 13:20
     
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0 replies since 2/1/2009, 20:26   3303 views
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