IL BENEFICIO DEL MASSAGGIO

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    GLI EFFETTI DEL MASSAGGIO SULLA PSICHE UMANA

    Il corpo parla da sé. Il modo di tenere le spalle, l'irrigidimento del collo, la contrazione della mascella possono rivelare molto del carattere di una persona; d'altronde, le tensioni quotidiane a cui si è sottoposti si somatizzano nei tessuti profondi riducendone la risposta vitale. Il massaggio ha lo scopo di alleggerire le difese dell'Io profondo, di sciogliere le tensioni e consentire il fluire delle emozioni e dell'energia vitale.
    Gli effetti di un buon massaggio, a livello psicologico, sono di vario genere.
    EFFETTO CALMANTE: il massaggio agisce sul sistema nervoso, calmando le personalità tese e tonificando quelle depresse. La frizione manuale ha un chiaro effetto sedativo. La pelle riconosce gli stimoli esterni e, quindi, anche il piacevole contatto della mano durante una seduta di massaggio, attraverso le migliaia di recettori sensoriali che la ricoprono. Essi portano le impressioni di contatto e calore direttamente al cervello attraverso i nervi afferenti, il cervello stimola le ghiandole a produrre endorfine, l'impressione generale è quella di calma, decongestione, attenuazione del dolore.
    EFFETTO STIMOLANTE: la mancanza di movimento porta ad una progressiva atrofia dell'apparato muscolare e, di conseguenza, ad una diminuzione della funzionalità e dell'attività delle cellule. Questa inattività porta al ristagno dei liquidi negli spazi intercellulari e, di conseguenza, a fenomeni di edema. Il massaggio ha lo scopo di tenere in movimento i liquidi intercellulari impedendone il ristagno e di evitare la degenerazione fibrosa delle masse muscolari inattive.
    EFFETTO DECONGESTIONANTE: il massaggio favorisce il movimento del sangue dall'estremità verso il cuore, favorendo l'accelerazione dei processi di escrezione e, di conseguenza, l'eliminazione delle sostanze tossiche presenti all'interno del nostro corpo.
    EFFETTO NEUROTONICO: il contatto delle mani sulla pelle durante il massaggio trasmette sensazioni ripetute all'infinito; le mani, sfiorando e frizionando ripetutamente, stimolano all'infinito ogni corpuscolo tattile. Le sensazioni ricevute affluiscono al sistema nervoso centrale che le elabora, le trasforma, le memorizza, creando una fonte di attività fisica e psichica. Il massaggio è una specie di ricarica per le nostre “batterie nervose” il che spiega perché, dopo una seduta, si prova una sensazione di benessere e vivacità
    Concludendo, il massaggio deve essere fluido, le mani non dovranno mai interrompere il contatto. La sensazione sarà di benessere generale, distensione mentale, equilibrio con se stessi.
    Fondamentale è il rapporto di fiducia che si instaura tra il massaggiatore e la persona, facendo sì che essa si abbandoni totalmente, ricevendo quei benefici psichici e fisici attraverso un linguaggio naturale ed antico : IL TATTO.
    EMOTIVITA’, ANSIA E/O DEPRESSIONE.

    A differenza delle normali malattie mediche, i disturbi psicologici sono incurabili rispetto ai sintomi, nel senso che nelle malattie mediche generali riconoscendo i sintomi si riconoscono spesso anche le cause, quindi diagnosticare per mezzo dei sintomi è corretto ai fini della cura. Nei disturbi psichici per mezzo dei sintomi non si riconoscono le cause, quindi la diagnosi sintomatica è da sola inefficace ai fini della cura.
    Di conseguenza la classificazione e l'etichettatura diagnostica per mezzo dei sintomi, se utilizzata da sola, rischia di scimmiottare, in psichiatria, la procedura medica generale, commettendo un errore clinico non indifferente.
    Nei disturbi psichici si deve diagnosticare ben oltre i sintomi, non una malattia che spesso non c'è, ma una persona che sempre c'è con tutto il carico della sua storia di vita ed è infine la persona che va curata, nel senso che va aiutata a ridecidere e a indirizzarsi verso nuove scelte, Dal punto di vista clinico il riconoscimento del tipo di depressione è fondamentale per l'elaborazione della prognosi e per la corretta gestione terapeutica del paziente. Una condizione di scoraggiamento, o demoralizzazione in cui prevalgono vissuti di tristezza e di rabbia per Io stato di salute, per non sentirsi in forma, è strettamene collegata ai disturbi d'ansia. In questi casi il soggetto conserva l'interesse per l'ambiente circostante, per la vita, e riesce a provare piacere per ciò che ama («Fra quattro mesi devo sposarmi, sono contenta, sto preparando ciò che serve, ho solo la preoccupazione di non riuscire a gestire la mia ansia»); nei confronti del futuro si è preoccupati ma fiduciosi («Potrei vivere felice se riuscissi a liberarmi di questi sintomi»). Non prevale la paura della morte, l'ideazione suicidaria ed i sensi di colpa non hanno un'intensità rilevante, non vi è la sensazione di essere dei falliti o di aver commesso errori imperdonabili, si è comunque in grado di progettare il proprio futuro, anche se con molto timore. Viceversa, la diagnosi di depressione come entità clinica a se stante (episodio depressivo maggiore) è prevalentemente caratterizzata dai seguenti sintomi:

    1. umore depresso (sentirsi giù di tono, demotivati, vuoti, tristi e pessimisti);

    2. disinteresse per l'ambiente circostante e per tutto ciò che può dare piacere;

    3. significativa perdita o aumento di peso;

    4. problemi di insonnia (è tipico il risveglio precoce mattutino);

    5. rallentamento psicomotorio o stato di agitazione;

    6. perdita di energie (sensazione di stanchezza e prostrazione);

    7. pensieri di morte (vissuti spesso con un sentimento liberatorio rispetto all'angoscia del vivere);

    8. sentimenti di colpa, di autosvalutazione, di fallimento totale;

    9. difficoltà a concentrarsi, a gestire il quotidiano, tutto sembra difficile e impossibile da realizzare.

    Naturalmente solo l'esperienza clinica aiuta lo specialista a cogliere l'aspetto "qualitativo" della depressione, ad individuare nel corso del colloquio clinico la disperazione dell'esperienza depressiva come vuoto assoluto, incolmabile e devastante («Deve nascere mio figlio, ma non mi interessa, non provo alcun piacere, soffro per la mia insensibilità, per il vuoto che ho dentro, riconosco la grandezza dell'evento, ma mi sento completamente disinteressato») che si differenzia dall'esperienza ansiosa in cui prevale la preoccupazione per il futuro ed uno stato di allarme.

    Valutare la diagnosi dei disturbi dello spettro ansioso comporta, per definizione, l'esclusione di una patologia organica che possa giustificare i sintomi ed in ogni caso va valutato il quadro fisico generale del paziente e l'importanza che può assumere la consistenza di un qualsiasi disturbo fisico. Dietro ogni sintomo ansioso può infatti mascherarsi un disturbo organico che va identificato e trattato, anche se nella pratica clinica occorre valutare di volta in volta il reale significato da attribuire alla componente psicologica e a quella organica.
    In anamnesi iridologica, il soggetto ansioso presenta dei cerchi concentrici nella parte ciliare dell’iride, indice di una costituzione spastica che ripercuote i suoi disturbi sulla psiche con ipereccitabilità del sistema nervoso.
    Maggiore è il numero dei cerchi presenti nel settore dell’iride, più è indicata una spasmofilia dell’organo rappresentato in quel preciso settore.
    La medicina tradizionale spesso cura con gli psicofarmaci il problema fisico, ma non la causa.
    Molto è di aiuto una particolare tipologia di massaggio, combinato con la cromoterapia, la musicoterapia e l’aromaterapia: differentemente dal classico massaggio antistress, questo si effettua prettamente sulle zone torace, collo, viso e cuoio capelluto.
    I colori base utilizzati in questo trattamento sono l’arancione e il verde che inducono alla meditazione e alla tranquillità.

    Operatrice Olistica nel massaggio di benessere

    Erriquez Maria
     
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0 replies since 21/10/2008, 09:41   1871 views
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