INTERNET-DIPENDENZA

LA DIPENDENZA DA INTERNET (IAD)

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    L’INTERNET DIPENDENZA
    La dipendenza da Internet o Internet dipendenza, meglio conosciuta nella letteratura psichiatrica con il nome originale inglese di Internet addiction disorder (IAD), è un disturbo compulsivo.
    La dipendenza da Internet è in realtà un termine piuttosto vasto
    che copre un'ampia varietà di comportamenti e problemi di controllo degli impulsi.
    Sono stati infatti riconosciuti 5 tipi specifici di dipendenza da Internet:

    1. Dipendenza cibersessuale (o dal sesso virtuale): gli individui che ne soffrono sono di solito dediti allo scaricamento, all'utilizzo e al commercio di materiale pornografico on line o sono coinvolti in chat-room per soli adulti.

    2. Dipendenza ciber-relazionale (o dalle relazioni virtuali): gli individui che ne sono affetti diventano troppo coinvolti in relazioni on line e possono intraprendere un adulterio virtuale. Gli amici on line diventano rapidamente più importanti per l'individuo, spesso a scapito dei rapporti sociali . In molti casi questo conduce all'instabilità coniugale perché si cercano affetti e attenzioni che spesso mancano nella vita reale, in alcuni casi facendo anche un confronto tra il reale e il virtuale.

    3. Net Gaming: la dipendenza dai giochi in rete comprende una vasta categoria di comportamenti, compreso il gioco d'azzardo, i videogame, lo shopping e il commercio on line ossessivo. In particolare, gli individui utilizzano i casinò virtuali, i giochi interattivi, i siti delle case d'asta o le scommesse su Internet, soltanto per perdere importi eccessivi di denaro, arrivando perfino ad interrompere altri doveri relativi all'impiego o rapporti significativi.

    4. Sovraccarico da informazioni: la ricchezza dei dati disponibili sul World Wide Web ha creato un nuovo tipo di comportamento compulsivo per quanto riguarda la navigazione e l'utilizzo dei database sul Web. Gli individui spenderanno sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell'organizzazione di dati dal Web. A questo comportamento sono tipicamente associate le tendenze compulsivo-ossessive ed una riduzione del rendimento lavorativo.

    5. Dipendenza dal computer: negli anni '80 giochi quali il Solitario e il campo
    minato furono programmati nei calcolatori ed i ricercatori scoprirono che il gioco
    ossessivo sul computer era diventato un problema nelle strutture organizzate, dato che gli impiegati spendevano la maggior parte del giorno a giocare piuttosto che a lavorare. Questi giochi non sono interattivi né giocati in rete.

    Le relazioni virtuali differiscono dalle relazioni della vita reale: l'anonimato, la rimozione delle barriere geografiche, il miscuglio culturale sono le differenze più importanti che sono state notate.
    In più del 70% dei casi la IAD può essere indotta da alcuni tipi di disturbi psichici
    preesistenti. I fattori di rischio includono una storia di dipendenza multipla,
    condizioni psicopatologiche come depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo bipolare, compulsione sessuale, gioco d'azzardo patologico, o fattori situazionali, come burnout da lavoro, contrasto coniugale o abuso infantile, nevrosi, isteria, frustrazione.

    Diverse sono le fasi che conducono alla vera e propria patologia:

    1. Fase Tossicofilica: caratterizzata dall'incremento delle ore di collegamento, con conseguente perdita di ore di sonno, da controlli ripetuti di e-mail, siti preferiti, elevata frequenza di chat e gruppi di discussione, idee e fantasie ricorrenti su Internet, quando si è off line, accompagnati da malessere generale.

    2. Fase Tossicomaniaca: con collegamenti estremamente prolungati, al punto da compromettere la propria vita socio-affettiva, relazionale e lavorativa o di studio.
    I soggetti maggiormente a rischio hanno un'età compresa tra 15 e 40 anni, con un elevato livello di conoscenza degli strumenti informatici, isolati per ragioni lavorative o geografiche (es. turni notturni), con problemi psicologici, psichiatrici o psico-sociali (familiari) preesistenti.
    Il tipo di personalità predisposto a sviluppare tale disturbo è caratterizzato da tratti ossessivo-compulsivi, inibito socialmente, tendente al ritiro, per il quale la Rete rappresenta un modo per fuggire dalla realtà.

    L'abuso di Internet sarebbe determinato da un senso di vuoto, da un vissuto di solitudine e dalla difficoltà di investire la realtà off line. In alcuni casi estremi, la partecipazione alla realtà on line è finalizzata alla negazione di quella concreta, quotidiana, avvertita come minacciosa.
    La realtà on line offre il vantaggio di fornire gratificazioni immediate, per la sua
    disponibilità pressoché continua.
    Inoltre, il mondo virtuale rappresenta una fonte di attrazione per coloro che sono predisposti allo sviluppo anche di altre forme di dipendenza comportamentali o da sostanze.
    Infine, è stata rilevata di frequente anche tra i cosiddetti 'sensation seekers', cioè coloro che ricercano continuamente nuovi stimoli, per raggiungere un livello ottimale di attivazione.
    Infatti si è notato che i più predisposti a sviluppare una dipendenza da Internet, spesso, hanno difficoltà relazionali. Questo è facilmente intuibile, osservando quanto avviene, ad esempio, nelle chat rooms. In esse assistiamo a relazioni estremamente mentalizzate:
    una buona parte di esse si costruiscono nella mente di chi le vive. Sono molto forti le tendenze ad idealizzare l'interlocutore, a creare un personaggio ideale, in cui le parti "mancanti", quelle che non conosciamo, vengono colmate dall'immaginazione personale. La relazione stessa risente di questa forte tendenza alla fantasmatizzazione.
    La comunicazione nelle chat è dominata dalla sensazione, spesso illusoria, di essere capiti e di capire, di condividere le emozioni proprie ed altrui. L'illusorietà, molto spesso, si rende evidente nel momento in cui si decide di abbandonare l'ambiente virtuale per quello reale. Spesso quello che accade e che si tende a comprendere solo a posteriori è che la comunicazione, fino a quel momento, è stata interiorizzata e rivolta prevalentemente a se stessi.
    La gente spende il suo tempo chattando, controllando le e-mail e navigando su Internet. Risultato? Allarme rosso perché una buona fetta di navigatori diventa schiava del monitor, trasformando semplici chiacchierate via chat e mini-flirt virtuali in una assoluta necessità vitale, luoghi di sfogo per casi di frustrazioni (il capo mi assilla, mia moglie, mio marito non mi capisce, etc.): una droga che può alterare e influenzare vita e relazioni sociali in una spirale senza uscita.
    Parte di questi "internet-dipendenti" hanno problemi psicologici più o meno nascosti, come depressione o disordini vari della personalità. Per molti specialisti è comunque un problema, destinato tra l'altro a crescere con la stessa velocità affannosa di crescita del Web.
    Inoltre, dal punto di vista fisico, sono state notate patologie dell’apparato muscolo-scheletrico, dovute alla errata postura mentre si è seduti avanti al monitor e alla tensione che si subisce per la paura di essere scoperti dal coniuge oppure dal capufficio.

    Ma cosa fa di Internet una "seduzione pericolosa"? Certo l'aspetto visuale è
    importante. Ma anche scambiare e-mail e chattare pesano molto.
    "E' un po' come scrivere lettere d'amore, solo che qui le parole hanno maggiore forza di quelle su carta perché quando le persone fissano il video sono soggette a una forma di 'trance dissociativo', insomma un effetto ipnotico". In altre parole metti insieme colori, movimento, suoni, infinita disponibilità di informazioni e risposte istantanee e "ottieni una combinazione molto potente e seduttiva"per cui il cervello rivolge la sua priorità a quello “stimolo”, estraniandosi dall’ambiente circostante.
    La seduzione spesso continua anche a modem spento, visto che gli Internet dipendenti, in particolare coloro che accedono alle chat, arrivano a programmare incontri personali con chi hanno contattato in rete, cosa in fondo normale ma non del tutto esente da pericoli.

    La vita attuale, soprattutto nelle grandi città, porta alla mancanza del contatto con il prossimo (un esempio è il vicino di casa) con conseguente isolamento volontario.
    Poichè l'essere umano è un essere gregario ricerca il suo simile, ma lo fa nel modo sbagliato. Basta guardare quante persone (ragazzi soprattutto) sono incollati al loro cellulare, non tanto per dialogare ma per messaggiare, isolandosi dal mondo che li circonda, con conseguenti disagi quali nevrosi, ansia, depressioni, atti di bullismo, sbalzi di umore.
    Lo stesso possiamo dire per quanto riguarda i videogiochi: genitori incoscienti abbandonano i loro figli davanti alla consolle anche per ore intere pur di avere qualche ora libera per sè stessi.

    Bioterapeuta contattologo Fitoterapeuta Iridologo Ottico
    Renato Ventura


     
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