Tumori, allo studio vaccini con cellule dei pazienti

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  1. Centro Benessere Kundalini
     
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    Il sistema immunitario può contrastare i tumori e la loro crescita. Partendo da questa constatazione alcuni ricercatori italiani stanno lavorando e utilizzando da 2-3 anni vaccini cellulari personalizzati sul tumore del paziente.

    e da tempo che dichiaro che uno sistema immunitario sano evita tante patologie , sistema immunitario sano si riferisce al sistema leucociti
    "L’organismo umano genera cellule neoplastiche ogni giorno, ed è compito delle nostre difese immunitarie (leucociti) proteggerci da questa patologia invalidante distruggendo queste cellule malate."
    link riferimento https://centrobenesserekundalini.blogfree.net/?t=3223560

    ARTICOLO
    Il sistema immunitario può contrastare i tumori e la loro crescita. Partendo da questa constatazione alcuni ricercatori italiani stanno lavorando e utilizzando da 2-3 anni vaccini cellulari personalizzati sul tumore del paziente. Uno strumento finora adoperato per controllare la malattia tumorale residua, ricerca scientificaproteggendo così i malati dalle recidive, ma che in futuro si spera di impiegare anche ad uso preventivo, come un vero e proprio vaccino.
    A spiegarne i dettagli è Marianna Nuti, direttore delle Terapie cellulari all’università La Sapienza di Roma. Nell’ateneo romano sorge infatti una delle pochissime strutture ad hoc del Paese che effettua questo genere di terapie, insieme a Bergamo, Monza e Genova.
    “Quello che facciamo – spiega Marianna Nuti - è prelevare le cellule dal paziente, educarle a riconoscere il suo tumore e reintrodurle nel malato per contrastare il tumore. Finora abbiamo utilizzato questo protocollo, che non ha effetti collaterali, in pazienti con la malattia, ma in futuro speriamo di usarlo a scopo preventivo. Questo tipo di terapia non può quindi sostituirsi, almeno per ora, a quella chirurgica e chemioterapica, ma deve affiancarsi a queste per eliminare le tracce residue della malattia”.
    Per questo protocollo vaccinale non si usano cellule qualunque, ma quelle dendritiche,”‘capaci di riconoscere – continua Nuti – virus, batteri e cellule tumorali e di informare il sistema immunitario della presenza dell’elemento estraneo. Le cellule dendritiche vengono stimolate in vitro, in un processo che dura 7 giorni circa”.
    Negli Stati Uniti, lo scorso aprile, la Food and Drug Administration ha approvato il primo vaccino cellulare per il carcinoma della prostata. “La differenza è che lì è affidato a un’industria privata - dice Nuti – mentre in Italia è fatto in centri pubblici. Noi abbiamo utilizzato il protocollo su donne con tumore all’ovaio, che è molto aggressivo e consente di vederne gli effetti in tempi più rapidi rispetto ad altri tumori che hanno uno sviluppo più lento”.
    “L’immunoterapia - ha aggiunto l’esperta – si colloca oggi come l’unica strategia terapeutica che ha la potenzialità di eliminare la malattia oncologica residua minima, dopo un intervento chirurgico e la chemioterapia, per la capacità del sistema immunitario di riconoscere ed eliminare in modo specifico le cellule tumorali in tutti i distretti tissutali, senza danneggiare i tessuti normali. Evidenze sperimentali ottenute dai primi studi clinici, peraltro condotti in pazienti con malattia metastatica avanzata, hanno dimostrato in modo inequivocabile che l’attivazione della risposta immune è in grado di controllare la progressione tumorale con un impatto significativo sulla sopravvivenza”. L’immunoterapia ha dunque la potenzialità di essere inserita nei protocolli di terapia antitumorale affiancando la chirurgia, la chemio e la radioterapia, con la promettente prospettiva di trasformare il tumore da malattia rapidamente progressiva e fatale a malattia cronica, mantenendo una qualità di vita normale”.
     
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0 replies since 10/2/2011, 00:22   164 views
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